Assieme al figlio Piersilvio nell’inchiesta sulla compravendita dei diritti Mediaset - Le reazioni

Berlusconi convocato in Procura il 26 ottobre

ROMA – La procura di Roma ha mandato un invito a comparire a Silvio Berlusconi, al figlio Piersilvio e ad altri imputati nel processo milanese sui diritti televisivi di Mediaset e si riacutizza la tensione tra Pdl e toghe. E’ Niccolò Ghedini, deputato Pdl e legale del presidente del Consiglio, a spiegare che “dall’eventuale prosieguo delle indagini si potrà agevolmente evidenziare come i prezzi dei diritti fossero assolutamente congrui e acquistati da società terze e che pacificamente il presidente Berlusconi e Piersilvio Berlusconi sono totalmente estranei ai fatti in oggetto, dovendosi quindi pervenire ad una pronta archiviazione”.
Ma è Daniele Capezzone a dare la reazione politica al caso: “Non esiste un solo caso nell’Occidente avanzato e nella storia delle democrazie moderne, in cui un plurivincitore delle elezioni, un leader scelto e più volte confermato da una larga maggioranza di cittadini, sia stato e sia oggetto di una cosi’ massiccia, sistematica, inesauribile serie di attacchi, inchieste, procedimenti giudiziari”. “E così, è proprio il caso di dire: a ciascun giorno la sua inchiesta”, dice il portavoce Pdl che ribadisce: “Chiunque dovesse pensare di poter battere Berlusconi per via giudiziaria mostrerebbe di non aver capito nulla né di Berlusconi né della maggioranza degli italiani. In democrazia, i governi li scelgono gli elettori, non le procure”.
E’ invece Fabrizio Cicchitto a rilevare che la novità” è la dimostrazione che fino al ’94 la magistratura non si è occupata di Berlusconi mentre dal ’94 in poi ha iniziato a occuparsene perché lui fa politica”. E questo, ha aggiunto, “é un grande problema per la democrazia del paese”.
Ed è polemica per le parole con le quali il Pdl Francesco Casoli invita “i giudici che amano stare sotto ai riflettori” a “fare molta attenzione perché il clima politico é molto pesante, e se disgraziatamente dovesse accadere qualcosa le toghe non saranno esentate dal non avere la coscienza macchiata”. “Al netto della loro inquietante vaghezza, la parole di Casoli sono di gravità inaudita”, replica il Pd Emanuele Fiano, sottolineando che così si tende “a intimidire i giudici, a stravolgere l’equilibrio tra i poteri costituzionali e a procurare un allarme nelle popolazione tanto pericoloso quanto indimostrato”.

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