Il direttore Alessandro Sallusti accusa la magistratura di intercettare i telefoni

Il Giornale: “Le Procure ci spiano”

Alessandro Sallusti

ROMA – “Abbiamo la certezza che almeno due Procure della Repubblica, una al Nord e una al Sud, tengono sotto controllo i telefoni e i telefonini di direttori e vicedirettori del Giornale”. Lo ha scritto ieri, nel suo editoriale, il direttore del quotidiano Alessandro Sallusti, che accusa la magistratura. Il giornalista sottolinea il non coinvolgimento degli intercettati in procedimenti giudiziari e avanza due ipotesi. “I magistrati sono curiosi di sapere cosa diciamo al telefono perché magari si scopre una frase che può essere indizio di reato o di gossip privato da passare al momento giusto ai ricattatori fabbricanti di dossier”. Oppure “i magistrati sono curiosi di sapere cosa dicono i personaggi della politica con i quali ogni giorno parliamo per dovere d’ufficio. Insomma, veniamo usati per ascoltare persone che sarebbe vietato intercettare”.
“La magistratura, violando o piegando norme e leggi a suo vantaggio, vuole tenere sotto controllo i legittimi poteri che dovrebbero godere di piena autonomia, da quello dell’esecutivo a quelli della politica e dell’informazione non allineata sulle loro posizioni”, scrive Sallusti. “Il tutto con la complicità di singoli uomini e forze politiche che non siedono soltanto, almeno ufficialmente, sui banchi dell’opposizione”. Sallusti attacca, infine, Lucia Annunziata, che nella puntata di ieri l’altro di “In mezz’ora” “ha detto di avere ascoltato l’audio di un’intercettazione tra un giornalista (Lavitola) e un misterioso politico, senza dire di chi si trattasse, quale fosse il contenuto e a che titolo fosse stata fatta e l’avesse ascoltata. Insomma – sostiene – un avviso mafioso in diretta sulla tv di Stato”.

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