
Sayed Yaqub Ibrahimi
FERRARA – “Oggi, il premio non è solo per me. Il Premio Anna Politkovskaja è per tutti i giornalisti afgani che hanno rischiato la loro vita, quelli in prigione o in esilio, quelli decapitati davanti alla telecamera e a quelli brutalmente assassinati nella loro camera da letto”. Con queste parole, Sayed Yaqub Ibrahimi ha commentato il Premio Anna Politkovskaja conferitogli dal settimanale Internazionale per il giornalismo d’inchiesta. A Ferrara, dove stamani si è aperta la quarta edizione del Festival della rivista “Internazionale, il trentenne giornalista afghano non è, però, potuto intervenire personalmente. A Ibrahimi, infatti, è stato recentemente ritirato il passaporto ma lui, grazie a un collegamento via skype, ha voluto ringraziare personalmente il direttore della rivista, Giovanni De Mauro, tra gli applausi del pubblico. Ibrahimi è stato corrispondente dell’Institute for War and Peace Reporting da Mazar-e Sharif e da Kabul e per le sue analisi politiche e le inchieste sui signori della guerra afgani è continuamente vittima d’intimidazioni e minacce. “In Afghanistan – ha ricordato Sayed Yaqub Ibrahim – i giornalisti hanno due missioni: trovare le informazioni, verificarle e scriverle, e anche difendere la propria vita”. A ritirare il premio è stato suo fratello, Said Kheshraw Ibrahim.