BERLINO (Germania) – Rivolta dei media tedeschi contro il ministro dell’Interno del Brandeburgo, Rainer Speer (Spd), che sarebbe coinvolto in uno scandalo immobiliare, ma che ha chiesto al tribunale di Berlino di vietare i resoconti alla “Bild”, agli altri media del gruppo Springer ed al settimanale “Der Spiegel”. “Bild” scrive di essere entrato in possesso di documenti che “fanno supporre un comportamento illegale del ministro” e che si riferiscono alla presunta vendita a prezzi stracciati dell’area su cui sorgeva una caserma a Potsdam.
Il ministro Speer ha ottenuto dal tribunale la proibizione di pubblicazione da parte della stampa dei documenti che lo riguarderebbero, affermando che si tratta di una violazione della sua privacy. Sotto un titolo cubitale di prima pagina Bild ha scritto che la richiesta del ministro è “un incredibile attacco alla libertà di stampa” e rivela di aver sottoposto la documentazione in suo possesso al diretto interessato, chiedendogli una spiegazione ufficiale, che è stata negata con la giustificazione che si tratta di “una vicenda privata”.
Il presidente dell’Associazione dei giornalisti (Djv), Michael Konken, dichiara che la decisione del tribunale di Berlino a protezione della privacy del ministro “non è compatibile con il principio di un’informazione critica”, mentre il direttore del quotidiano “Potsdamer Neuen Nachrichten” scrive che “anche se la vita privata di un uomo politico deve essere protetta, in questo caso le accuse sono così pesanti che è necessario fare al più presto chiarezza.
Impedire alla stampa di fare il proprio lavoro equivale a metterle un bavaglio”. Anche Frank Mangelsdorf, direttore della “Markische Oderzeitung”, scrive che “nessun tribunale tedesco ha il diritto di impedire le ricerche di un giornale, poiché in caso contrario si tratterebbe di una censura chiaramente vietata dalla Costituzione”.
Un ministro coinvolto in uno scandalo ottiene il divieto di pubblicare gli atti che lo accusano