ROMA (Agi) – Documenti personali, appunti, scritti e riflessioni di Oriana Fallaci sono stati messi in vendita on line giovedì scorso al prezzo di 28.985 dollari e 99 centesimi sul sito AbeBooks.com da un libraio canadese. Sulla vetrina virtuale della M. Benjamin Katz, Fine Books/Rare Manuscripts dedicata a questo lotto compariva una foto che rappresenta un dattiloscritto diviso per punti, più volte sottolineato e con un titolo scritto a mano con pennarello nero: “Schiavi a Livorno” (tema che ritorna in uno dei capitoli di “Un cappello pieno di ciliegie”).
La domanda è la seguente: le carte, comprate e pubblicate oggi dal quotidiano “Libero”, sono state trafugate dalla casa di Oriana Fallaci al 222 A sulla 61th street, nel cuore dell’Upper East Side? Ieri in varie interviste il nipote ed erede della giornalista, Edoardo Perazzi, aveva negato che potesse essere accaduto e aveva bollato come “puttanate” lo scoop della giornalista Mary Giuffrè su “America Oggi” di fine febbraio. La cronista aveva scritto che il cancello di casa Fallaci era rimasto aperto per un giorno intero e lei stessa era entrata (e aveva fatto molte foto) accompagnata dal custode dell’appartamento che lei stessa era andata a cercare (“Sabato notte e per tutta la giornata seguente, al 222 A sulla 61th Street, l’ingresso di casa Fallaci è rimasto aperto…”).
Oggi su “America Oggi” la replica della Giuffrè. La giornalista ribadisce che l’abitazione era “in totale stato d’abbandono con la porta spalancata e con all’interno materiale, come libri, incartamenti e valigie della Fallaci, totalmente incustodite per una intera notte ed un giorno” e poi rincara la dose: “l’episodio si è ripetuto anche successivamente, quando un furgone con la scritta di una società di Brooklyn e con due uomini, probabilmente di origine messicana, entravano ed uscivano dall’abitazione, trasportando sulla vettura scatoloni provenienti dalla casa della Fallaci”. “Sempre in occasione del trasloco delle scatole da casa Fallaci – aggiunge l’articolo – la porta rimaneva ancora una volta spalancata, mentre gli uomini andavano sulla seconda avenue a comprarsi il pranzo per la giornata”.
Dopo le “fantasiose illazioni” (parole dell’avvocato) del sito “Dagospia”, riportate dal quotidiano “Libero”, sul possibile coinvolgimento di Monsignor Fisichella (che ieri ha annunciato di “valutare azioni legali”) e la querelle che oppone il nipote-custode alla giornalista italiana autrice dello scoop (e delle foto, inequivocabili), si attende di vedere le carte per capire se sono originali oppure si tratta di una bufala di fine agosto.