L’autrice dello scoop del 24 febbraio 2009 su America Oggi replica ad “Il Giornale"

«Casa Fallaci: altro che puttanate»

Mary Giuffrè (America Oggi)

NEW YORK – “Sabato notte e per tutta la giornata seguente, al 222 A sulla 61th street, nel cuore dell’Upper East Side, l’ingresso di casa Fallaci, è rimasto spalancato. I pedoni passavano davanti all’uscio di quel luogo che per svariati anni è stata la dimora della scrittrice toscana, incuranti del valore storico della casa, rimasta chiusa a molti giornalisti e a molti curiosi per anni”.
Il 24 febbraio 2009, America Oggi pubblicava questa esclusiva, firmata da me.
In questi giorni, ad oltre un anno di distanza, si torna a parlare della vicenda. Sul sito internet di AbeBooks.com, nella vetrina virtuale di M. Benjamin Katz, Fine Books/Rare Manuscripts  appare un lotto di appunti e materiale vario appartenuto ad Oriana Fallaci, sicuramente parti del manoscritto “Un cappello pieno di ciliegie”, in vendita al prezzo di 28.985 dollari e 99 centesimi, oggi venduto al quotidiano Libero.
Ieri, Il Giornale diretto da Vittorio Feltri, ha scritto un articolo sulla vicenda, intervistando il nipote ed unico erede della scrittrice, Edoardo Perazzi, Questo è quello che scrive Matteo Sacchi su Il Giornale, inserendo anche il commento di Edoardo Perazzi: “Mary Giuffré, poi, pubblicò il 24 febbraio del 2009 un articolo su America Oggi (il quotidiano degli italiani Usa) denunciando il degrado della sua townhouse al 222 A sulla 61th street, nel cuore dell’Upper East Side. Già allora ci si chiese chi avesse aperto quella porta e perché, senza risposta. Eppure Perazzi è tassativo: «Puttanate. L’appartamento a quel punto era vuoto da un pezzo e in ristrutturazione… l’articolo fu pura speculazione»”.
Ancora una volta i termini utilizzati per commentare o definire certi episodi sono esasperati e impropri. Il nostro giornale ed io, in quanto professionista, non scriviamo “Puttanate” così come il Perazzi le definisce e soprattutto non speculiamo su vicende che per noi sono legate alla nostra attività e che sono pura informazione.
Rispettiamo i lettori e rispettiamo colei che è stata la grande giornalista, Oriana Fallaci e diamo priorità alle notizie senza manipolazioni o speculazioni di alcun genere, mentre è chiaro che viene a mancare il rispetto, da parte di chi ha lasciato la porta di casa aperta e di chi ha messo in vendita il materiale della Fallaci.
L’articolo che fu pubblicato su America Oggi ed anche sul quotidiano Libero era corredato di immagini esclusive che ritraevano l’abitazione in totale stato d’abbandono con la porta spalancata e con all’interno materiale, come libri, incartamenti e valigie della Fallaci, totalmente incustodite per una intera notte ed un giorno, episodio questo che si è ripetuto anche successivamente, quando un furgone con la scritta di una società di Brooklyn e con due uomini, probabilmente di origine messicana, entravano ed uscivano dall’abitazione, trasportando sulla vettura, scatoloni, provenienti dalla casa della Fallaci. Questo avveniva dopo circa una settimana dal nostro articolo, quando il Perazzi aveva già minacciato querela per il nostro servizio chiedendoci di ritrattare sulla vicenda e ritirare le foto della casa, cosa che noi avendo lavorato nel rispetto della veridicità delle informazioni non abbiamo fatto. Sempre in occasione del trasloco delle  scatole da casa Fallaci, la porta rimaneva ancora una volta spalancata, mentre gli uomini andavano sulla seconda avenue a comprarsi il pranzo per la giornata.
E’ ridicolo che il Perazzi, malgrado fosse stato avvisato da me stessa della porta aperta, cerchi di difendersi, per una sua probabile negligenza nell’affidamento delle chiavi di casa a personaggi, forse poco responsabili e soprattutto a persone che non hanno la minima idea di quello che Oriana Fallaci ha rappresentato per la storia del giornalismo, accusando fortemente ed ingiustamente il nostro corretto operato e screditando me e il giornale degli italiani in America.
Non ci sono dubbi sul fatto che la casa era incustodita e non ci sono dubbi che il materiale della scrittrice era dentro la townhouse quando sono entrata nella dimora accompagnata da Lucky, il custode dell’abitazione, che mi aveva fatta entrare nella townhouse con le chiavi, a vari anni di distanza dalla morte della Fallaci. Questo è provato dalle foto pubblicate…
Nella vicenda è stato tirato in causa anche Monsignor Rino Fisichella che smentisce e si riserva azioni legali verso il sito internet Dagospia che aveva fatto delle illazioni in merito ad un suo possibile coinvolgimento nella cessione e vendita delle carte di Oriana Fallaci.

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