
La maggior parte degli 1,5 milioni di computer infettati dalla “botnet”, che quindi inviano messaggi di posta elettronica all’insaputa del possessore, si trova negli Usa e nell’Europa occidentale. La rete contava 2,5 milioni di computer fino allo scorso aprile, ma nonostante la sua dimensione si sia ridotta, anche grazie all’opera dei programmi antivirus più aggiornati, é aumentato il numero di e-mail mandate da ogni singolo computer.
La “botnet” Rustock sta resistendo nella rete almeno dal 2008. Un primo tentativo di eliminarlo era stato fatto nel novembre di quell’anno, quando fu staccato dalla rete un provider californiano che ospitava il centro di comando della botnet (abbreviazione di “rete robot”), ma i criminali informatici dietro a Rustock sono riusciti in extremis a “salvarla” approfittando di un breve periodo in cui il server “infettato” ha ripreso l’attività.