Caligiuri e il futuro della Calabria


Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri

di Monica Mariani, Erminia Foti e Erika Penato

Lunedì 11 Aprile nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro abbiamo incontrato l’Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, presso il Palazzo della Regione di Reggio Calabria, nella sala Giuditta Levato. L’occasione è giunta all’improvviso e non ce la siamo fatta scappare. La formula dell’inco

ntro è stata di simulare una vera e propria Conferenza Stampa, noi nella parte dei giornalisti e l’assessore dell’intervistato. Erano insieme a noi la nostra Dirigente Scolastica, Giuseppina Princi, Il nostro docente responsabile di progetto, il prof. Luigi Caminiti, il Segretario della FNSI sez calabrese, Carlo Parisi, l’editore di Reggio TV, Eduardo Lamberti-Castronuovo. Questi ultimi rappresentavano due delle tre aziende partner che hanno partecipato allo sviluppo del progetto e che ci hanno seguito nel nostro percorso formativo. Dopo una breve presentazione del progetto da parte della Dirigente Scolastica, un intervento di Parisi e di Lamberti Castronuovo, abbiamo cominciato a incalzare il nostro interlocutore.

I giovani e il territorio: che cosa si sente di consigliare a un giovane calabrese che ha voglia di studiare e di farsi strada nella vita senza cedere alla tentazione di scorciatoie proibite? La risposta è quella di sempre, andare via, o c’è un futuro possibile?

“Viviamo un momento particolare, il mondo si è fatto più piccolo. Viaggiare, maturare esperienze altrove, magari all’estero, è diventato indispensabile per acquisire una preparazione che garantisca di raggiungere obiettivi di una certa rilevanza. La Calabria però deve attrezzarsi nel migliore dei modi affinché sia possibile per i giovani fare ritorno e mettere a frutto in questa terra quanto acquisito, altrimenti queste risorse così importanti verranno irrimediabilmente perdute”.

Cultura e Calabria, un binomio affascinante guardando al passato ma difficile da realizzare guardando al presente. Che cosa si può fare per far decollare la nostra cultura e cancellare l’immagine stereotipata che si ha di noi fuori dai nostri confini regionali?

Abbiamo avuto recentemente una conferenza con il presidente Scopelliti e, per la sezione cultura, è stato deciso di stanziare 30.000.000 di euro per la promozione dei beni culturali calabresi, che sono una risorsa economica che potrebbe offrire  posti di lavoro ai giovani e incentivare il turismo locale. Reggio è un museo a cielo aperto su cui si deve investire per creare e favorire lo sviluppo perché solo chi conosce la storia ha il senso della propria identità e chi conosce la propria identità può costruire il futuro. Stiamo inoltre cercando di proporre la nostra regione come sede del premio “Viareggio”, in collaborazione con la regione Toscana.

C’è una missione antica del giornalista, quella di raccontare la verità dei fatti, che non sempre coincide con la mission degli editori degli stessi giornali e della politica, qualunque sia la bandiera. La gente comune però si fa un’idea di ciò che accade attraverso i media. E’ possibile ancora, lo chiediamo al docente di comunicazione oltre che al politico, un’informazione corretta scevra da interessi di parte?

L’informazione indipendente non esiste, poiché tutti i media sono di èlite e, oltre a condizionare la gente, tentano di tutelare i propri interessi aziendali, politici ed economici. Non esiste un’informazione pura perché ogni testata o telegiornale subisce pressioni per svariati motivi. In particolare in Italia le maggiori testate giornalistiche vengono gestite da persone che si occupano anche di aziende importanti, quindi la pressione è maggiormente economica che politica: cito per esempio “La Stampa” che ha interessi economici a tutelare la Fiat.

Il federalismo per la Calabria è un rischio o un’opportunità? Quanto siamo pronti come Regione Calabria per affrontare un cambiamento di questa portata?

Il federalismo può essere considerato un’opportunità perché conferisce più autonomia al Sud che ha avuto da sempre meno potere ma, precisiamo, non meno opportunità. Le risorse statali sono andate alle regioni a statuto speciale oppure sono state mal gestite dall’amministrazione, che qui da noi non ha mai governato nell’interesse dei cittadini. Dobbiamo, quindi, creare un sistema di formazione dei futuri amministratori dell’amministrazione sia regionale che locale, in modo da gestire meglio le risorse che il nostra stato ci fornisce.

Si parla di nucleare, di centrali a carbone. Perché la Calabria, date le sue caratteristiche,  non investe sull’energia solare e sull’eolico?

Ultimamente le risorse economiche investite nell’eolico e nel solare purtroppo sono state utilizzate in maniera scorretta oppure direttamente dalla mafia, perciò stiamo provvedendo affinché la gestione in futuro non cada in mani sbagliate.

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