
Maurizio Paniz
ROMA – “Il carcere per i giornalisti è una pena detentiva sicuramente congrua per chi viola norme così importanti sulle intercettazioni”.
A sostenerlo, in un momento in cui dal Pdl spingono per legiferare sul tema degli ascolti, è stato l’onorevole Maurizio Paniz, intervenuto a “24 Mattino” su Radio 24.
“Io voglio sanzioni più forti rispetto a quelle prospettate ora – ha aggiunto il parlamentare Pdl -. Una regola, se non prevede una sanzione, non viene rispettata perché non è intesa come regola. Chi pubblica atti coperti dal segreto investigativo o istruttorio fa un doppio danno: uno alla persona interessata della quale si mettono in piazza cose che non vanno messe in piazza, un altro all’indagine che molte volte è vanificata dalla pubblicazione di atti riservati”.
Dunque, per il parlamentare, “una pena detentiva è sicuramente congrua per chi viola norme così importanti”.
Paniz, capogruppo Pdl in Giunta per le autorizzazioni a procedere, ha poi parlato della richiesta di arresto per l’onorevole Alfonso Papa (Pdl) nell’ambito dell’inchiesta P4: “Bisogna tenere distinto l’aspetto morale da quello giuridico, noi giudicheremo solo quest’ultimo” ha spiegato, prima di attaccare il pm Woodcock, fra i titolari dell’inchiesta: “Non è garanzia assoluta di sicurezza delle indagini. Molti italiani si ricordano le manette messe al principe Vittorio Emanuele in un’inchiesta rivelatasi il nulla, e a lui si ascrive, mi pare, anche l’indagine nei confronti del ministro Mastella, che ha scardinato la scorsa legislatura e si è conclusa con un nulla di fatto”.
Sulle crepe apertesi all’interno del Pdl sulla possibilità di votare sì alla richiesta di arresto di Papa, Paniz è stato chiaro: “Vedremo alla resa dei conti. Un conto è parlare quando si sono lette solo le informazioni giornalistiche. Un conto è verificare gli atti processuali alla luce di una versione che può fornire l’interessato, che potrebbe fornire alibi perfetti rispetto a quanto dice l’accusa”.