
Rosaria Capacchione
PARIGI (Francia) – Tra i predatori della libertà di stampa, individuati dall’organizzazione Reporter senza Frontiere (Rsf), ci sono anche le organizzazioni mafiose italiane, che hanno numerosi giornalisti “nella loro linea di mira”.
“In totale – scrive Rsf – una decina di giornalisti lavorano sotto protezione della polizia. Le minacce, le lettere anonime, le gomme squarciate, le auto incendiate si contano a centinaia. Tutti i giornalisti che scrivono di gruppi mafiosi sono stati in un momento o nell’altro sorvegliati”.
L’organizzazione cita in particolare tre casi emblematici: lo scrittore Roberto Saviano, “ricercato dal clan dei Casalesi”, il giornalista dell’Espresso, Lirio Abbate, “che vive sotto protezione permanente della polizia”, e la cronista del Mattino di Napoli, Rosaria Capacchione.
Nella lista dei 38 predatori, Rsf include anche i leader politici di diversi Paesi arabi al centro delle attuali rivolte, dallo Yemen alla Siria, al Bahrein e alla Libia, “dove il lavoro di ostruzione all’informazione arriva fino all’omicidio”.
Inseriti inoltre alcuni capi di Stato asiatici e africani, dai generali che guidano il Myanmar al sovrano assoluto dello Swaziland Mswati III, le forze israeliane e palestinesi a Gaza e l’Eta in Spagna.