
Nelle manifestazioni degli ultimi giorni in Libia, sono duecento i morti e ottocento i feriti negli scontri con le forze dell’ordine a Bengasi. Lo riferisce Sami Mahmoud, attivista dei diritti umani, alla televisione satellitare Al Jazeera.
Secondo Mahmoud, a Bengasi è in corso una manifestazione di circa 50mila persone davanti alla stazione di polizia. Secondo un altro attivista dei diritti umani, Essam Hassan, si stanno svolgendo oggi a Bengasi 100 funerali di vittime degli scontri, provenienti tutti dallo stesso ospedale.
Hassan, intervistato dalla emittente satellitare, ha raccontato che nella giornata di ieri sono partiti colpi sui cortei funebri dai commissariati di polizia. In un’altra città libica, a Derna, Saleh Naji ha raccontato ad Al Jazeera che all’aeroporto militare di El Abraq è atterrato un gruppo di circa 70 militari, fra i quali numerosi mercenari africani, a presidio dello scalo militare attorno al quale, ha riferito il testimone, ci sono numerosi cadaveri, anche bruciati.
Secondo Naji, inoltre, alcuni ufficiali dell’esercito e della polizia si sarebbero uniti ai manifestanti, ai quali sarebbero state anche distribuite armi. Secondo le varie testimonianze raccolte da Al Jazeera, sono in corso manifestazioni a Bengasi, Misurata, Derna e Shahat.
“No, non lo ho sentito. La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”: così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lasciando palazzo Grazioli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se avesse avuto modo di sentire il leader libico in queste ore. “Siamo preoccupati per tutto quello che sta succedendo in tutta l’area”, ha aggiunto.
Hassan, intervistato dalla emittente satellitare, ha raccontato che nella giornata di ieri sono partiti colpi sui cortei funebri dai commissariati di polizia. In un’altra città libica, a Derna, Saleh Naji ha raccontato ad Al Jazeera che all’aeroporto militare di El Abraq è atterrato un gruppo di circa 70 militari, fra i quali numerosi mercenari africani, a presidio dello scalo militare attorno al quale, ha riferito il testimone, ci sono numerosi cadaveri, anche bruciati.
Secondo Naji, inoltre, alcuni ufficiali dell’esercito e della polizia si sarebbero uniti ai manifestanti, ai quali sarebbero state anche distribuite armi. Secondo le varie testimonianze raccolte da Al Jazeera, sono in corso manifestazioni a Bengasi, Misurata, Derna e Shahat.
“No, non lo ho sentito. La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”: così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lasciando palazzo Grazioli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se avesse avuto modo di sentire il leader libico in queste ore. “Siamo preoccupati per tutto quello che sta succedendo in tutta l’area”, ha aggiunto.