Le conclusioni di un interessante workshop organizzato dall’Agenzia Giornalistica Italia a Baghdad

Iraq: l’informazione nel dopo Saddam

BAGHDAD (Iraq) – Raccontare l’economia di un paese che risorge dopo i decenni di guerra e sanzioni del regime di Saddam, e gli anni della distruzione dopo la sua caduta, è la sfida che affrontano i media iracheni. Se ne è parlato nella giornata conclusiva del workshop organizzato a Baghdad dall’Agi, con l’intervento del portavoce del ministro del petrolio Asim Jihad, una presentazione di Francesca Venturi, corrispondente dell’Agi da Bruxelles, sul lavoro del giornalista economico di una testata italiana e l’illustrazione dei problemi della stampa economica irachena da parte del giornalista Mohammad Jaffar Dawood, corrispondente dell’Agi da Baghdad.
I 28 giornalisti che hanno partecipato al workshop hanno animato la discussione, approfittando della presenta del portavoce del governo Jihad per mettere in evidenza le carenze di una comunicazione istituzionale che si rivolge in via privilegiata ai corrispondenti delle testate internazionali penalizzando la stampa locale, soprattutto sui temi economici e in particolare dell’energia. A sua volta, Jihad ha sottolineato che manca una specifica preparazione professionale per i giornalisti economici iracheni e che per questo sono benvenute iniziative di scambio come quelle promosse dall’Agi.
A conclusione dei tre giorni di dibattiti e scambi di esperienze, il responsabile marketing dell’agenzia, Alessandro Pica, ha ricordato nel suo intervento finale i motivi dell’impegno dell’Agi in Iraq e della sua scelta di allearsi con agenzie e giornalisti locali piuttosto che inviare giornalisti dell’Italia, per raccontare la ricostruzione vista “da dentro”.
La presenza in Iraq “fa parte di un processo di internazionalizzazione dell’Agi in aree del mondo poco seguite dai media italiani ma che sono di straordinaria rilevanza per gli scenari geopolitici, economici e per il futuro della democrazia”. Al termine del workshop a Baghdad al quale hanno partecipato 28 giornalisti iracheni, la presidente dell’Agi, Daniela Viglione, sottolinea che “l’Iraq è senz’altro il più importante di questi Paesi, poiché sta lanciando delle vere e proprie sfide in grado di cambiare il mondo” e ricorda al riguardo l’obiettivo di aumentare la produzione petrolifera irachena fino a 12 milioni di barili al giorno entro sei anni e il percorso di democratizzazione, che “certamente potrà essere un fattore di confronto e traino” per gli altri Paesi del Mediterraneo.
Inoltre, sono in vista programmi di “sviluppo delle infrastrutture sociali, civili e legislative”, di “education” e di “promozione della presenza delle donne”. “Noi – sottolinea Viglione – vogliamo essere lì a raccontare tutto questo insieme con i protagonisti dell’informazione irachena”.
 Commentando il workshop, la presidente rileva come la partecipazione sia stata “vivace e approfondita.
  Abbiamo condiviso e dibattuto dei problemi dell’informazione soprattutto dal punto di vista dei nuovi modelli e del cambiamento tecnologico. La situazione in Iraq, dal punto di vista dell’informazione, è dinamica; internet, ad esempio, è molto sfruttato e negli ultimi anni è sorta una quantità ragguardevole di nuovi media”.
Quanto alla presenza dell’Agi in Iraq, Viglione ricorda le “partnership di scambio di prodotti e sistemi informativi con le due storiche agenzie del Paese, Aswat Al Iraq e Nina: un modello di lavoro che può essere anche di grande supporto allo sviluppo dei media iracheni. Il nostro obiettivo strategico ora è allargare la nostra presenza da Baghdad al resto del Paese, arrivando a coprire tutto il territorio attraverso partnership con altri operatori dell’informazione che siano seri, affidabili e che condividano con noi questo percorso di racconto. Vogliamo che l’Iraq conosca meglio l’Italia e l’Europa e che l’Europa e l’Italia conoscano meglio l’Iraq. E lavoriamo per essere gli operatori di questa condivisione di conoscenza”.

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