Anonimi particolarmente preoccupati da eventuali limitazioni alla libertà di stampa

L’Italia nella lista di obiettivi di Anonymous

Claudio Accogli

ROMA – Anche l’Italia potrebbe finire nella lista di obiettivi di Anonymous, il network che ha lanciato attacchi informatici in favore di Wikileaks, poi della rivolta tunisina, e che proprio oggi ha “dichiarato guerra” all’Algeria, promettendo di “colpire senza tregua” i siti del governo, accusato di “reprimere la protesta”.
Una eventuale “Operazione Italia” spiegano diversi responsabili del gruppo in una lunga conversazione online con l’Ansa, non “dipende da una decisione, ma da quanta gente vorrà impegnarsi per una maggiore libertà di internet in Italia, dove, ad esempio, il sito Pirate Bay è stato oscurato”.
Intanto, in una bozza di lavoro sui prossimi impegni del gruppo, l’Italia è finita in cima alla lista, per una operazione tesa a “mettere Berlusconi su un aereo come Ben Ali”: “Sì ma è una battuta, una immagine”, precisano. L’interesse di Anonymous verso il Belpaese è cresciuto negli ultimi tempi, anche con la pubblicazione dei cable di Wikileaks, nei quali David Thorne, l’ambasciatore americano a Roma, addita la legge Romani sul web come un “precedente per la Cina” perché orientata alla “censura”.
Per il diplomatico poi, il premier Silvio Berlusconi userebbe il suo potere nel governo per mettere le briglie a internet e togliere pubblicità a Sky favorendo la “sua” Mediaset. Gli Anonimi sono particolarmente preoccupati da eventuali limitazioni alla libertà di stampa: “Se venisse approvata la legge-bavaglio sulle intercettazioni”, affermano, con tutta probabilità “anche le infrastrutture telematiche italiane potrebbero subire assalti informatici”, a colpi di DDos attack (negazione del servizio) o defacing (la tecnica di sostituire la home page di un sito, “cambiargli la faccia”).
Nel gruppo ci sono molti italiani, rivela all’Ansa un connazionale che ora “vive in Inghilterra dove ha imparato cos’é la civiltà”: “Siamo circa una trentina, ma nei giorni degli attacchi a Mastercard ne abbiamo contati più di 200″. E proprio gli italiani hanno contribuito a settembre scorso alla unificazione delle varie reti di incontro degli Anonimi nel mondo, creando un punto di raccordo in www.anonops.ru, canale accessibile a tutti senza limitazioni.
“Ci cacciavano dalle varie reti, e ogni volta eravamo costretti ad aggiornare locandine, manifesti, per dare indirizzi dove incontrarsi. Era ora di trovare un posto «fisso»”. E in questo posto fisso si discute di tutto, e possono entrare tutti, ma “non i pedofili, o ci arrabbiamo veramente molto”.
Tra i temi ovviamente anche Wikileaks, il sito di Julian Assange che Anonymous ha difeso a spada tratta. “Sarebbe meglio” se tutti i file del Cablegate fossero online, piuttosto che “parcellizzati” quotidianamente da Wikileaks o dai suoi media partner, dicono gli Anonimi, che hanno oscurato Mastercard, Visa, PayPal dopo che avevano bloccato i fondi diretti al sito anti-segreti.
“Chiaramente Assange ha le sue ragioni. Però sarebbe preferibile avere tutto online, accessibile a tutti”, spiegano. Per alcuni poi, “sarebbe bello riuscire a carpire (hackerare, ndr) i segreti del computer di Assange e mettere tutto online”.

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