Indagine dell’agenzia delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine - Attenti al “vishing”

Internet: esposti al furto d’identità

MILANO – E’ il paradosso degli italiani: sempre attenti a non farsi rubare la macchina, o a dove tengono il portafoglio, ma ancora molto “ingenui” nel conservare la cosa più preziosa che hanno: la propria identità. Tanto che un italiano su quattro è potenzialmente esposto a furti di dati personali, che possono portare a truffe e a crimini anche gravi. Il quadro è stato tracciato dall’Unicri, agenzia delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine, con un’indagine commissionata da un’azienda specializzata nella protezione informatica. I dati, presentati oggi a Milano, fotografano una realtà desolante: degli 800 intervistati (rappresentativi di 8 milioni di italiani), uno su cinque non saprebbe a chi chiedere aiuto in caso gli fosse rubata l’identità, mentre solo il 4% dichiara di essere molto informato sull’argomento.
Le truffe informatiche si evolvono di anno in anno, di pari passo con la tecnologia, a volte addirittura superandola. E’ il caso del “vishing”, l’ultima evoluzione del ben più noto phishing, che ha già colpito più volte in Italia ma che vedrà a breve un vero e proprio “boom”. A dirlo sono gli esperti, che oggi a Milano hanno presentato un’indagine condotta dall’Unicri, agenzia delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine, commissionata da Cpp, azienda specializzata nella protezione informatica.
Il phishing, storpiatura della parola inglese che significa “pescare”, usa spesso finte email come una vera e propria esca.Questi messaggi copiano in tutto e per tutto le comunicazioni che un utente riceve ad esempio dalla propria banca; e l’utente, in buona fede, risponde ai truffatori dando loro i propri dati personali, le password o la carta di credito. L’evoluzione della truffa è invece il “vishing”, che unisce il phishing al Voip, ovvero le telefonate via internet.
“Il Voip – spiega Raoul Chiesa, hacker e membro dell’Unicri, nonché uno dei più grandi esperti di sicurezza informatica d’Italia – somma le vulnerabilità della telefonia tradizionale con quelle di internet. Nel vishing può succedere che il cyber criminale si spacci per una banca, facendo addirittura comparire il vero numero dell’istituto di credito sul display dell’utente, e ottenere da lui i dati personali. Ma il criminale può anche attaccare i call center che le banche delocalizzano ad esempio in Romania perché più economici e, con l’aiuto di potenti software, riesce a carpire i dati dell’utente senza che né lui né la banca se ne accorgano”.
Questa nuova truffa online “per fortuna non è ancora diffusissima in Italia – conclude Chiesa – ma si vedono già i primi casi”. In America e in Asia, invece, il vishing è già una realtà quotidiana.

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