
La sede del Consiglio Regionale del Lazio
ROMA – Mentre si aprono i lavori del XXVI congresso della Fnsi, scadono i termini dell’avviso di mobilità volontaria riservato ai dirigenti della pubblica amministrazione per la direzione dell’Ufficio stampa del consiglio regionale del Lazio. L’avviso è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 48 del 28 dicembre 2010 (parte terza Concorsi) e scade quindici giorni dopo, vale a dire domani, 12 gennaio.
In pieno svolgimento del Congresso, sembra una beffa, visto che non è richiesta l’iscrizione all’Albo dei giornalisti, in aperta violazione della legge 150/2000 che regola l’attività d’informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione.
In pieno svolgimento del Congresso, sembra una beffa, visto che non è richiesta l’iscrizione all’Albo dei giornalisti, in aperta violazione della legge 150/2000 che regola l’attività d’informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione.
Il bando in questione è per la copertura di 6 posti vacanti di dirigenti nella II fascia del ruolo; tra questi, uno è per l’Ufficio stampa. Così recita l’articolo 2 (requisiti) dell’avviso: “1. Possono partecipare alla selezione i dirigenti della Regione Lazio con anzianità di iscrizione nel ruolo di almeno tre anni e di altre pubbliche amministrazioni con anzianità nel rispettivo ruolo dirigenziale da almeno cinque anni. 2. I requisiti di cui al comma 1 devono essere posseduti alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande di ammissione alla procedura fissata nel presente avviso”. Dell’iscrizione all’Albo il bando non parla affatto.
Eppure la legge 150/2000 in questo è abbastanza chiara (articolo 9, comma 2 e 3): “2. Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti. (…). 3. L’ufficio stampa è diretto da un coordinatore, che assume la qualifica di capo ufficio stampa, il quale, sulla base delle direttive impartite dall’organo di vertice dell’amministrazione, cura i collegamenti con gli organi di informazione, assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell’amministrazione”.
Nella determina del Segretario generale del Consiglio regionale del Lazio che accompagna l’avviso si legge che la procedura è stata avviata dopo una fase di concertazione con le organizzazioni sindacali dell’area dirigenziale. Naturalmente tra le organizzazioni sindacali non compare il sindacato dei giornalisti, da un decennio impegnato a tentare di ottenere il rispetto della legge 150 del 2000, a cominciare dall’apertura delle trattative per l’individuazione e la regolamentazione dei profili professionali, “affidate alla contrattazione collettiva nell’ambito di una speciale area di contrattazione, con l’intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti”, come recita il non ancora attuato comma 5 dell’articolo 9.
Eppure la legge 150/2000 in questo è abbastanza chiara (articolo 9, comma 2 e 3): “2. Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti. (…). 3. L’ufficio stampa è diretto da un coordinatore, che assume la qualifica di capo ufficio stampa, il quale, sulla base delle direttive impartite dall’organo di vertice dell’amministrazione, cura i collegamenti con gli organi di informazione, assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell’amministrazione”.
Nella determina del Segretario generale del Consiglio regionale del Lazio che accompagna l’avviso si legge che la procedura è stata avviata dopo una fase di concertazione con le organizzazioni sindacali dell’area dirigenziale. Naturalmente tra le organizzazioni sindacali non compare il sindacato dei giornalisti, da un decennio impegnato a tentare di ottenere il rispetto della legge 150 del 2000, a cominciare dall’apertura delle trattative per l’individuazione e la regolamentazione dei profili professionali, “affidate alla contrattazione collettiva nell’ambito di una speciale area di contrattazione, con l’intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti”, come recita il non ancora attuato comma 5 dell’articolo 9.
Il reclutamento del capo ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio si è reso necessario perché da marzo dello scorso anno, vale a dire da quando il giornalista professionista Orfeo Notaristefano è andato in pensione, l’attività di informazione non ha un coordinatore. I giornalisti dell´Ufficio stampa hanno continuato a svolgere il proprio lavoro senza una direzione, ma, dopo alcuni mesi si è palesato un dirigente non giornalista – peraltro poco incline a comprendere le dinamiche dei flussi informativi – , perché un consigliere regionale si è lagnato di non aver trovato nella rassegna stampa un articolo che lo riguardava.
Situazione quanto meno fastidiosa, nel momento in cui un dirigente non giornalista si mette a dare disposizioni specifiche sull’attività di ufficio stampa, anche perché l’ennesima carta dei doveri del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, quella del giornalista degli uffici stampa del 25 marzo 2010 recita che “il giornalista di ufficio stampa accetta indicazioni e direttive soltanto dai soggetti che, nell’ambito dell’ente, organizzazione o azienda hanno titolo esplicito per fornirgliele, purché naturalmente le disposizioni non siano contrarie alla legge professionale, alle carte deontologiche, al Contratto di lavoro”.
Situazione quanto meno fastidiosa, nel momento in cui un dirigente non giornalista si mette a dare disposizioni specifiche sull’attività di ufficio stampa, anche perché l’ennesima carta dei doveri del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, quella del giornalista degli uffici stampa del 25 marzo 2010 recita che “il giornalista di ufficio stampa accetta indicazioni e direttive soltanto dai soggetti che, nell’ambito dell’ente, organizzazione o azienda hanno titolo esplicito per fornirgliele, purché naturalmente le disposizioni non siano contrarie alla legge professionale, alle carte deontologiche, al Contratto di lavoro”.
L’Associazione stampa romana, più volte sollecitata a intervenire in una situazione che peraltro appare palesemente lesiva della dignità professionale dei giornalisti, per mesi non si è mossa. Adesso, però, la possibile violazione della 150/2000 è prospettata sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio: ci troviamo di fronte a un posto di lavoro che la legge riserva a un giornalista iscritto all’Albo e che invece la Regione Lazio propone indistintamente a tutti i dirigenti della pubblica amministrazione.
Se dopo dieci anni dal varo della 150/2000 ci sono ancora amministrazioni che ritengono di poter ignorare la categoria, sarebbe auspicabile un deciso intervento della Fnsi per ribadire che per legge solo un giornalista può ricoprire la carica di capo ufficio stampa di un ente pubblico. Si salverebbe così un principio ma anche un posto di lavoro che, per come vanno le cose in Italia, c’è il rischio che sia sottratto alla categoria dei giornalisti.
Se dopo dieci anni dal varo della 150/2000 ci sono ancora amministrazioni che ritengono di poter ignorare la categoria, sarebbe auspicabile un deciso intervento della Fnsi per ribadire che per legge solo un giornalista può ricoprire la carica di capo ufficio stampa di un ente pubblico. Si salverebbe così un principio ma anche un posto di lavoro che, per come vanno le cose in Italia, c’è il rischio che sia sottratto alla categoria dei giornalisti.