
Catherine Ashton, José Manuel Barroso, Orbán Viktor e Martonyi János nel corso della conferenza stampa
BUDAPEST – Vari giornalisti ungheresi hanno espresso malcontento perché, nella conferenza stampa congiunta tenuta ieri a Budapest dal premier Viktor Orban e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, non hanno potuto fare domande sulla controversa legge ungherese sui media.
Il numero delle domande consentite è stato limitato, infatti, due per i giornalisti ungheresi e due per quelli stranieri. A farle per gli ungheresi sono state la televisione pubblica (Mtv), sotto stretto controllo del governo, e una rete commerciale di destra.
“Volevo fare altre domande, più precise, ma non ho potuto”, ha confidato all’Ansa, Imre Bednarik, giornalista del quotidiano liberal Nepszabadsag. Anche corrispondenti del settimanale Hvg e del giornale online Index hanno detto la stessa cosa.
Orban ha peraltro assicurato oggi di essere pronto a cambiare i punti controversi della legge sui media se lo richiederà l’analisi della Commissione Ue. Ma senza discriminazioni, ha aggiunto facendo riferimento alle leggi di altri paesi Ue, come Francia e Italia, contenenti norme simili a quella ungherese.
Secondo i giornalisti ungheresi però ciò non è vero e il governo Orban dice il falso, ad esempio per quanto riguarda l’ Autorità preposta al controllo dei media e la nomina del presidente dell’Autorità. Proprio per chiarire questi punti, hanno detto le fonti all’Ansa, i colleghi ungheresi avrebbero voluto oggi fare domande più specifiche alla conferenza stampa, ma è stato loro possibile.
Poteva quindi essere l’occasione per i giornalisti magiari (presenti anche alcuni della stampa di opposizione al governo Orban) di manifestare il loro dissenso davanti a un palcoscenico internazionale, viste le grandi polemiche in Ungheria contro una riforma che viene accusata di limitare fortemente la libertà di stampa. Ma tutta la conferenza è scivolata via nella tranquillità più assoluta.
Niente proteste, niente domande scomode anche perché i quattro giornalisti con la possibilità di porre dei quesiti erano stati già scelti prima dell’inizio dell’incontro. E le domande per la stampa ungherese sono arrivate dai giornalisti di due Tv (quella pubblica e una Tv privata), con domande su temi diversi da quello della controversa riforma dei media: la possibilità di introdurre in Europa una tassa sulle banche e il caso della tassa anticrisi ungherese accusata di discriminare le imprese straniere.
Sulla legge bavaglio, invece, hanno battuto i due giornalisti stranieri intervenuti. Al termine della conferenza stampa, nessun accenno di protesta o dissenso, tra la sorpresa generale dei molti giornalisti stranieri presenti.
Mercoledì scorso il portavoce della Commissione europea aveva reso noto che Budapest aveva inviato all’esame dei servizi comunitari il testo della legge tradotto in inglese. Secondo alcune fonti tale testo non sarebbe perfettamente conforme alla versione originale.
“Non ci sono prove di questo – ha detto il portavoce Olivier Bailly – Stiamo lavorando su due traduzioni, ma anche sul testo originale, visto che abbiamo funzionari che parlano ungherese e ottimi avvocati. Non abbiamo alcun dubbio che alla fine avremo un solido lavoro di analisi”.