Per i colleghi “più che in prigione dovrebbe stare in una clinica che cura la dipendenza dal sesso”

Julian Assange
LONDRA – Julian Assange è un “dittatore”, uno che si è montato la testa dopo le rivelazioni sulla guerra in Iraq (gli Iraq War logs), tanto da sentirsi autorizzato a portarsi a letto qualsiasi ragazza gli capiti a tiro, persino quella di un giornalista americano giunto a Stoccolma insieme alla propria fidanzata per parlare con lui.
Il ritratto del fondatore di Wikileaks emerge dal racconto del coordinatore svedese del sito e dallo stesso giornalista americano, che si sono confidati in esclusiva, ma mantenendo l’anonimato, con il Mail on Sunday. Più che in prigione, dove lo vorrebbero gli Stati Uniti, Julian Assange dovrebbe stare in una di quelle cliniche che curano la dipendenza dal sesso (non protetto), alle quali hanno fatto ricorso star come Michael Douglas.
La deduzione, naturalmente, è plausibile se è vero ciò che affermano la polizia, che ieri aveva fatto trapelare i dettagli delle accuse mosse all’australiano dalle due donne con cui ebbe i rapporti sessuali che gli sono costati l’arresto, e i due testimoni dell’inchiesta svedese che al quotidiano britannico hanno raccontato l’episodio avvenuto in un ristorante di Stoccolma la stessa settimana degli incontri con quelle che il fascicolo della polizia indica come A. W.
L’11 agosto, due giorni prima dell’incontro con A., Assange arrivò a Stoccolma da Londra e fu invitato al ristorante Beirut. Allo stesso tavolo si trovarono l’australiano, il coordinatore svedese di Wikileaks e la sua ragazza, un giornalista americano e la fidanzata britannica. Il giornalista aveva portato con sé una copia di un libro appena scritto e la regalò ad Assange, che però reagì sgarbato: “Non rompere.
Posso solo gettarla via”, gli disse, e poi prese a corteggiare in modo sfacciato la fidanzata dell’americano. “Si comportava come se lei fosse single, mentre era chiaro a tutti che stavamo insieme”. Lei si alzò per uscire fuori a fumare e Assange la seguì. L’americano li trovò che parlavano l’uno vicinissimo all’altra, quasi un corpo a corpo: “Julian le stava sussurrando qualcosa nell’orecchio”.
La serata finì male per il giornalista, che vide Assange e la propria fidanzata passeggiare mano nella mano. “Cosa succede qui?”, chiese, e per tutta risposta l’australiano “si mise nella classica posizione del pugile, pugni pronti”. Il giornalista non dice se i due andarono a letto insieme, ma solo che quella notte, lui, la passò da solo. Il carattere di Julian Assange è impossibile, e anche i giornalisti si stanno stancando di lui. Ancora secondo il Mail on Sunday uno dei giornalisti veterani del Guardian, che ha negoziato con lui l’accordo che consente al quotidiano britannico di avere in anteprima i leaks, avrebbe rotto con l’australiano. Il fastidio nei confronti di quest’ultimo cresce anche nelle redazioni di Der Spiegel e di Al Jazeera: “Ha un atteggiamento fortemente dittatoriale”.