Sul mandato non è stata precisata la pena massima prevista per ciascun crimine contestato

Assange sfugge all’arresto per un errore

Julian Assange

STOCCOLMA – La Svezia redigerà un nuovo mandato di arresto internazionale per Julian Assange per completare quello attualmente in vigore che la polizia britannica non può applicare per ragioni procedurali. Lo riferisce la polizia svedese senza precisare quanto tempo impiegherà per emettere il nuovo mandato. “Secondo la procedura la pena massima relativa a ciascun crimine deve essere precisata nel mandato. Noi abbiamo parlato solo di stupro, la più pesante dell’accuse imputate ad Assange, insieme ad aggressione e coercizione sessuale”. Queste le precisazioni di Tommy Kangasvieri, esponente della polizia criminale nazionale incaricato di trasmettere il dossier all’Interpol. La procuratrice incaricata del dossier, Marianne Ny, dovrà dunque riformulare il mandato.
La Corte suprema svedese ha rifiutato di esaminare il ricorso presentato dal fondatore di Wikileaks, Julian Assange, contro il suo mandato d’arresto per stupro, che resta dunque in vigore. La polizia britannica e vari paesi sanno dove si nasconde il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ricercato dall’Interpol. Lo riferisce Mark Stephens, uno dei legali londinesi di Assange, senza confermare le notizie di stampa in merito alla sua presenza in Regno Unito. (Asca).
La pubblicazione di documenti diplomatici riservati da parte di Wikileaks è “perfettamente legale”, ha affermato oggi un portavoce del sito, aggiungendo che la gente ha il diritto di sapere quello che stanno facendo i funzionari che lavorano per loro e che “un mondo senza segreti è un mondo migliore”. Kristinn Hrafnsson – parlando a Reuters television – ha anche liquidato le preoccupazioni che la pubblicazione possa danneggiare la cooperazione fra Paesi.
“Se la stabilità globale si basa su inganno e bugie – ha detto Hrafnsson – forze ha bisogno di essere un po’ scossa”. “In generale io penso che tutte queste comunicazioni dovrebbero essere pubbliche il più possibile”, ha ancora detto l’ex giornalista della tv islandese che ora lavora per Wiikileaks. “Il segreto può avere qualche giustificazione, ma noi stiamo parlando di funzionari che stanno lavorando per conto del popolo, e il popolo ha il diritto di sapere (…). Stiamo facendo una buona cosa – ha proseguito il portavoce – e lo facciamo per il grande pubblico. Io penso che sia perfettamente legale. Noi non abbiamo sentito alcun riferimento a qualche codice illegale che dovremo aver violato, così noi pensiamo di non aver violato alcuna legge”. Hrafnsson ha spiegato che solo poche centinaia di documenti sono stati resi pubblici e che ci potrebbero volere mesi per pubblicarli tutti. “Noi crediamo – ha concluso – che la trasparenza sia la base di una sana democrazia. E’ uno dei fondamenti sui basiamo la nostra operazione. Un mondo senza segreti è un mondo migliore”. (Ansa-Reuters).

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