Oggi il direttore generale incontra i sindacati - Domani convegno Usigrai - Giovedì il Cda

La Rai riparte dal Piano industriale

Mauro Masi

Angela Majoli (Ansa)

ROMA – La Rai sta “sempre sul lettino dello psicanalista”, attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. La colpa è di “decenni di dominio assoluto della sinistra”, replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Il botta e risposta tiene banco alla vigilia di una settimana che si preannuncia incandescente, tra l’incontro di oggi tra il vertice aziendale e i sindacati dei dipendenti, sul piede di guerra contro le esternalizzazioni, il convegno organizzato dall’Usigrai per mercoledì prossimo e il cda di giovedì 28, dove si potrebbe tornare a parlare di nomine.
Oggi, alle 17, il direttore generale, Mauro Masi, con i vicedirettori generali, incontrerà i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Snater e Libersind: in primo piano, l’affidamento a ditte esterne di parte delle riprese, trucco, abiti, abbonamenti e le possibili riduzioni di organico legati all’attuazione del piano industriale. “Se il dg non torna indietro – avverte Flavio Tomei, segretario nazionale Uilcom Rai – metteremo in moto tutti i possibili meccanismi di protesta, in modo articolato, compreso lo sciopero generale”.
“No al baratro! Una svolta per la Rai” è poi il tema del convegno promosso per mercoledì dall’Usigrai nella sede della Federazione della Stampa. All’incontro – al quale sono stati invitati tutti i partiti – si discuterà di “timori e prospettive. Governance, risorse, natura giuridica – avverte il sindacato dei giornalisti Rai – sono questioni cruciali sulle quali occorre una risposta in tempi rapidi”, al di là “della politica di corto respiro e delle mille contraddizioni della gestione Masi”. E sempre l’Usigrai ha promosso per i giorni 9, 10 e 11 novembre il voto di sfiducia al dg. Giovedì si riunisce poi il consiglio di amministrazione e non si esclude che possa tornare sul tavolo il tema nomine. In particolare Masi potrebbe portare in consiglio proposte relative alla riorganizzazione dei canali digitali, anche perché l’ultimo nato, Rai 5, parte il 26 ottobre.
“Se la Rai se fosse una azienda normale – dice intanto Bersani – anziché stare sempre sul lettino dello psicanalista saprebbe fare i conti, con i costi e i ricavi: a volta quello che costa molto ti porta molto, e quello che costa meno magari ti fa perdere”. Replica Bonaiuti: “Siamo d’accordo con Bersani: decenni di dominio assoluto e incondizionato della sinistra indurrebbero chiunque, compresa la Rai, a ricorrere alla psicanalisi!”. “Con quale coraggio Bonaiuti parla di Rai, lui che insieme ai suoi compari sta portando il servizio pubblico sull’orlo di una crisi senza precedenti?”, si chiede Stefano Di Traglia, responsabile Comunicazione del Pd, mentre Enrico Letta rilancia l’idea di “togliere i partiti dalla Rai e gestirla con spirito manageriale”. L’Idv però non ci sta: “Chi dice ‘fuori i partiti dalla Rai’ agisca di conseguenza e ritiri subito i propri uomini dal cda”, ammonisce il capogruppo in Vigilanza, Pancho Pardi.

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