Commissioni senza giornalisti...forse per questo “la coltre di silenzio”

Settimana Sociale “a porte chiuse”

Mons. Domenico Pompili

REGGIO CALABRIA – E’ dibattito alla settimana sociale dei cattolici italiani sui lavori a porte chiuse delle commissioni tematiche che si sono svolte ieri ed oggi su cinque argomenti (immigrazione, lavoro, educazione, mobilità sociale, istituzioni e politica). Alle discussioni hanno partecipato i 1.200 delegati presenti a Reggio Calabria mentre i giornalisti non hanno avuto accesso.
Alla perplessità di alcuni giornalisti ha dato voce un giornalista di “Famiglia Cristiana” nel corso della odierna conferenza stampa. Diversificata la risposta dei responsabili interpellati. “Dobbiamo ancora imparare a confrontarci accettando i posizionamenti diversi”, ha detto Andrea Olivero (Acli).
“Personalmente avrei aperto ai giornalisti”, ha detto Carlo Costalli (Movimento cristiano lavoratori). “Noi facciamo fatica a confrontarci, ma per ogni nostra affermazione si tenta di darci una collocazione politica”, ha affermato Franco Miano (Azione cattolica). “Non ho avuto nostalgia dei giornalisti, c’è stata più libertà di parlare”, ha detto Lucia Fronza Crepaz.
Monsignor Arrigo Miglio, presidente del comitato organizzatore delle settimane sociali, ha affermato: “Se una sola persona non avesse parlato per la presenza della stampa, sarebbe stato un danno. Valeva la pena di pagare il prezzo di un po’ di antipatia”.
Il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, ha espresso gratitudine ai giornalisti presenti a Reggio Calabria. “Se mi rammarico è perché su questa settimana sociale sui grandi giornali è calata una coltre di silenzio”.

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