Giovani di ieri, oggi e domani

di Margherita Castiglione

Mia madre nasceva nel 1965. In quell’anno un operaio guadagnava 86.000 lire, il giornale ed una corsa in tram costavano 50 lire , una fiat 600 soltanto 640.000 lire.

La musica veniva urlata al Piper simbolo del movimento Beat, un nuovissimo locale di tendenza dove Patty Pravo cantava Ragazzo triste.
Il papa Paolo VI si presentava all’Onu , davanti ai potenti della terra , e chiedeva in un accorato appello: basta con le guerre.
Mentre in Vietnam morivano con le bombe al napam 2.000.000 di innocenti.
Nell’anno di Martin Luther King e Che Guevara. Mia madre nasceva e mia zia portava le treccine, ascoltando dischi di vinile che costavano 1.800 lire ballando sulle note di Jimi Hendrix e Rolling Stones.
I ragazzi sedevano sui gradoni dei palazzi e parlavano di quell’odore che cominciavano a sentire, era l’odore della rivoluzione , del 68 così vicino. Giovani impegnati in una politica idealista e sognatrice. L’anno di La Malfa e dei 5.000.000 di televisori in Italia. Un bell’anno dove a Sanremo vinceva Bobby Solo con Se piangi, se ridi.
Io nasco nel 1993. L’anno in cui nemmeno si pensa a sedersi sui gradoni di un palazzo , dove nessuno porta le treccine , dove a Sanremo invece della musica si vendono i dischi e le etichette, l’anno ,ahimè, di Tangentopoli !
Carosello per noi è alle 23. Spostato di tre ore. Un carosello diverso , trasmesso aldilà delle barricate sessantottine , aldilà dei capelloni e del rock and roll. L’autostop è vietato e si viaggia in prima classe con l’aria condizionata. Vivo negli anni 2000. Sulla Terra arrivano le prime immagini del pianeta rosso . Il Kossovo dichiara la sua indipendenza. Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, il primo afro-americano a ricoprire la carica. Muore il Re del pop Micheal Jackson. Gli anni in cui ogni famiglia possiede anche più di un computer con connessione ad Internet , e della crescente crisi economica.
Non è certo facile essere ragazzi del 2000. Perché non è bello quando ci definiscono una generazione priva di ideali, e che addirittura come il giornalista Carlo Bollani dichiara, viviamo di riflesso quelli delle generazioni precedenti. Come siamo diversi dal passato , neanche ci si crede.
Dire dei giovani di domani è impossibile . Loro saranno come noi, il prodotto di quel tempo , del loro tempo, magico , pieno di speranze e , sempre e comunque indimenticabile.

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