Presentato a Roma il libro del giornalista Arcangelo Badolati. Questa volta niente cronaca

La Calabria delle meraviglie in Campidoglio

Arcangelo Badolati

ROMA – In Campidoglio la presentazione ufficiale de “La Calabria delle meraviglie tra miti e leggende”, l’ultimo libro del giornalista Arcangelo Badolati, uno dei più severi studiosi italiani della ‘ndrangheta e storico cronista della Gazzetta del Sud, si è trasformato in un vero e proprio evento mondano.
L’appuntamento – moderato dal giornalista del TG2 Giuseppe Malara – si è svolto nella Sala del Carroccio per un pubblico importante, vertici della magistratura, del notariato, dell’avvocatura, della Pubblica Amministrazione, dell’Università e del giornalismo, una fetta di calabresi che da anni ormai vivono e lavorano a Roma.

Arcangelo Badolati, Giuseppe Malara, Giacomo Francesco Saccomanno e Domenico Naccari

«Abbiamo voluto presentare questo libro qui in Campidoglio – ha spiegato in apertura l’avvocato Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra – perché quello che in questo libro racconta Arcangelo Badolati è l’esatto contrario della Calabria della ‘ndrangheta, l’esatto contrario della Calabria delle faide, l’esatto contrario del mondo organizzato del crimine». Un libro scritto per giunta da un cronista che questa volta supera sé stesso scrivendo di cronaca bianca, o meglio di cronaca rosa, o meglio ancora di storia, di archeologia, di letteratura, di antropologia.

La Sala del Carroccio in Campidoglio durante la presentazione del libro

Arcangelo Badolati lo confessa candidamente: per la prima volta nella sua storia di cronista butta alle ortiche la sua immensa conoscenza delle ‘ndrine e dei boss che per anni hanno dominato e devastato la sua terra, e sposa la causa delle bellezze naturali, dei tesori dell’arte che pure esistono in Calabria, dei miti e dei personaggi che l’hanno resa famosa nei secoli. Un’operazione giornalistica azzardata, ma che con lui funziona perfettamente bene. Non sembra neanche lui l’autore di questo saggio, tanta è la leggerezza e la dimensione immaginifica che vive e respira dentro questa sua favola.

Arcangelo Badolati lo confessa candidamente: per la prima volta nella sua storia di cronista butta alle ortiche la sua immensa conoscenza delle ‘ndrine e dei boss che per anni hanno dominato e devastato la sua terra, e sposa la causa delle bellezze naturali, dei tesori dell’arte che pure esistono in Calabria, dei miti e dei personaggi che l’hanno resa famosa nei secoli. Un’operazione giornalistica azzardata, ma che con lui funziona perfettamente bene. Non sembra neanche lui l’autore di questo saggio, tanta è la leggerezza e la dimensione immaginifica che vive e respira dentro questa sua favola.

Verrebbe da chiedersi, ma esiste davvero questa Calabria raccontata così bene dal vecchio cronista? «Si è vero – esordisce sorridendo il giornalista Arcangelo Badolati – “La Calabria delle meraviglie” (Pellegrini Editore, 258 pagine, 16 euro) è un libro che racconta come in ogni luogo caratterizzato dalla presenza delle ‘ndrine esistano, al contrario, cose meravigliose, una sequela di donne e uomini calabresi che hanno segnato con le loro intuizioni culturali ed artistiche la storia della umanità, uno studio originale ed entusiasmante che consente al mondo di guardare alla Calabria con un occhio finalmente diverso». Arcangelo Badolati dimostra, insomma, come la «Calabria sia ricca di città sepolte, miti omerici e grandi siti archeologici, e come sia stata patria di legislatori, architetti, poeti, condottieri e atleti dell’antichità, terra di Papi dimenticati (ben cinque), di Santi ed eremiti, di greci e bizantini, madre segreta dei Bronzi di Riace e del Toro cozzante di Sibari, come dei misteriosi “monumenti” di pietra di Nardodipace, Stilo, Campana e Davoli.
Ma è la Calabria che in passato ha conquistato, con le mille tracce del suo passato, il cuore di archeologi di fama come Paolo Orsi e di glottologi d’infinita curiosità scientifica come Gerhard Rohlfs». Dicevamo dell’Accademia Calabra, una Associazione appena nata e che ha fortemente creduto in questo evento. Tra i soci fondatori figurano Giacomo Francesco Saccomanno, che ne è il presidente, Domenico Naccari, vice presidente, e i consiglieri Antonio Polifrone, Andrea Bisciglia, Anna Caparra e Giuseppe Germanò, in sostanza un gruppo di vecchi amici, pieni di passione civile e di grande amore per la terra di origine e che a Roma, pur avendo conquistato posizioni importanti di lavoro e di rappresentanza istituzionale, continuano a sognare di poter tornare un giorno a casa propria. Bella serata romana, non c’è che dire. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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