Malmenato ad Agnano dopo aver scoperto una sala slot clandestina in zona arancione

Aggredito il giornalista Antonino Monteleone

L’aggressione di Antonino Monteleone davanti alla sala slot clandestina di Agnano

NAPOLI – Il giornalista Antonino Monteleone, inviato de “Le Iene”, e l’operatore Marco Occhipinti sono stati aggrediti nel quartiere Agnano di Napoli dopo aver scoperto una sala slot clandestina all’interno di un ristorante chiuso per misure anti covid. Lo rende noto lo stesso programma televisivo di Italia 1 denunciando che Monteleone e il suo operatore sono stati aggrediti nel quartiere periferico del capoluogo campano dopo aver scoperto la sala slot clandestina in piena zona arancione.

Antonino Monteleone

«Il bar – spiegano Le Iene – è aperto e la sala slot interna sono apparentemente vuote, si vedono anche due macchinette spente. L’inviato chiede al gestore se può giocare, ma gli rispondono che le macchinette sono spente da un anno. Guardandosi intorno nota però una macchinetta illuminata in mezzo alla sala, è una di quelle cambia soldi che serve proprio per giocare alle slot. Ma se queste ultime sono davvero tutte spente, a cosa servirà mai la macchinetta cambia soldi accesa? si chiede Monteleone.

Antonino Monteleone nella sala slot clandestina da lui scoperta ad Agnano

Qualche istante dopo nota un movimento strano vicino ad una porticina che sembrerebbe essere l’ingresso alla zona ristorante che però è chiuso, quindi, per capire cosa accade al suo interno, decide di entrare. Lì scopre la sala illegale: una decina di macchinette illegali in funzione con relativi giocatori in azione. Poco dopo è il momento dell’aggressione con schiaffi, spintoni, minacce e una caccia all’inviato e al suo operatore, che alla fine è riuscita nell’intento di mandare via i due intrusi da quell’isola di illegalità.

La sala slot clandestina di Agnano affollata di giocatori

Il tutto per aver provato a capire quanto sia fondato il grido d’allarme lanciato da migliaia di lavoratori di un settore che è stato messo in ginocchio dalla pandemia e la cui crisi potrebbe riguardare non solo le centinaia di migliaia di famiglie colpite dalla chiusura protratta nel tempo».
Il caso, intanto, è già finito in Parlamento, tant’è che il deputato Paolo Lattanzio (Pd) esprime «piena solidarietà al giornalista della trasmissione televisiva Le Iene, Antonino Monteleone, aggredito barbaramente dal gestore di una sala slot illegale ad Agnano nell’area di Napoli».

Monteleone spiega ai giocatori che nelle sale clandestine la truffa è assicurata

Non solo, per la seconda volta in poche settimane, la protesta contro il dilagare del gioco illegale e contro le chiusure, di nuovo in vigore da ottobre, è arrivata oggi proprio davanti a Montecitorio dove lavoratori e imprese chiedono la riapertura del comparto.
Le Iene ricordano che almeno 150mila dipendenti sono senza lavoro, nonostante le precauzioni prese dai gestori per adeguare le attività. Gli unici esercizi che possono restare aperti in zona arancione sono gli Internet point e i punti vendita di ricariche dove non si può giocare in presenza, oltre che da casa aprendo dei conti online.

Antonino Monteleone aggredito fuori dalla sala slot clandestina

«Nel servizio – spiegano ancora Le Iene – i manifestanti lamentavano il fatto di essere rimasti sempre chiusi da ottobre, nonostante tutte le misure di prevenzione adottate come l’obbligo di indossare la mascherina, la sanificazione e il distanziamento tra le macchinette e che la mancata riapertura di questi esercizi non avrebbe colpito solo le casse di chi ci lavora. Aver bloccato il gioco legale – senza voler né promuovere il gioco d’azzardo né sottovalutare problemi come la ludopatia – come sostenuto anche dal giornalista e conduttore tv Nicola Porro assieme a politici di tutti gli schieramenti, finirebbe quindi per favorire le bische clandestine gestite dalle mafie». Anche il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, evidenzia il rischio del proliferare del gioco illegale ammonendo che «giocare attraverso percorsi illegali è totalmente da sconsigliare perché, così, si sovvenzionano la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta». A Nino Monteleone, all’operatore Marco Occhipinti e alla redazione de “Le Iene” la piena solidarietà del Direttore e della Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)

CHI È ANTONINO MONTELEONE

Nato a Reggio Calabria il 1° febbraio 1985, giornalista professionista iscritto all’Ordine della Calabria dal 13 febbraio 2013, Antonino Monteleone ha mosso i primi passi nel giornalismo televisivo nella sua regione.
Negli stessi anni ha dato vita ad un blog personale che gli ha procurato qualche guaio: nel 2008 subisce il sequestro del blog, con un provvedimento unico all’epoca, a causa di una querela che si rivelerà temeraria.
Nel 2010 subisce l’incendio della propria automobile. Autori e mandanti di quell’attentato sono stati condannati e la Cassazione ha confermato la matrice mafiosa del gesto in risposta ai suoi articoli di denuncia.
Nel 2009 lavora per Casaleggio Associati nella produzione di contenuti multimediali.
Nel 2010, con Felice Manti, ha pubblicato il libro “O Mia bella Madu’ndrina” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al nord, Premio Rosario Livatino 2011.
Prima di approdare a “Le Iene”, ha lavorato per Report su Rai3; “Exit” e “Piazzapulita” su La7. È un pilota privato di aerei. Ha di recente scoperto la passione per la corsa. Ogni tanto spara qualche colpo al poligono di tiro. È stato un arbitro di calcio. (giornalistitalia.it)

 

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