Le conclusioni della Dda si Catanzaro sulle intimidazioni a Gabriella Passariello

“Blitz a Zoom24: violato il diritto di cronaca”

Gabriella Passariello

CATANZARO – La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sull’operazione Antimafia denominata “Filo Rosso” contro le nuove leve della cosca Giampà di Lamezia Terme, non senza sorprese. Nell’inchiesta istruita dal sostituto procuratore Elio Romano sono finite anche Francesca Caroleo, (la mamma di Saverio Giampà), tra l’altro attualmente dipendente in qualità di ausiliario A1 nella sezione civile della Corte di appello del capoluogo calabrese, Manuela Fiumara e Marilena Giampà, le tre donne fecero irruzione il 26 giugno scorso nella redazione vibonese di Zoom24 “chiedendo”, con fare minaccioso della giornalista Gabriella Passariello, rivolgendole parole offensive. Non trovandola, dal momento che la stessa si trovava a svolgere il suo lavoro in Tribunale a Catanzaro, le stesse pretendevano dalla redazione che l’articolo a firma della collega “Filo Rosso, le relazioni extraconiugali e le ritorsioni all’interno della cosca”, venisse tolto. Caroleo, Fiumara e Giampà sono indagate per tentata violenza privata aggravata dalle modalità mafiose e dall’agevolare l’associazione ‘ndranghetistica denominata cosca Giampà.
In particolare, le tre donne, in concorso tra di loro, con minaccia di ritorsioni in caso di rifiuto, “compivano atti idonei – scrive il magistrato – diretti in modo non equivoco a costringere i giornalisti Domenico Famularo, (direttore della testata on line – n.d.r.) e la collega Gabriella Passariello a rimuovere l’articolo pubblicato qualche ora prima sulla operazione di Polizia giudiziaria cosiddetto “Filo Rosso” in violazione del libero diritto di cronaca; evento non verificatosi per cause indipendenti dalla loro volontà, con l’aggravante delle modalità mafiose”.
A seguito dell’irruzione delle tre donne in redazione, il direttore Famularo denunciò ai carabinieri di Vibo l’accaduto, la stessa cosa la collega Passariello alla Mobile di Catanzaro. Gli atti poi furono spediti per competenza alla Dda, che ha iscritto Caroleo, Fiumara e Giampà nel registro degli indagati. (giornalistitalia.it)

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