Minacce di morte ai giornalisti di Rai News 24 e La7 davanti alla chiesa di don Scordio

Isola Capo Rizzuto: aggredite 3 troupe televisive

L’operazione congiunta di Dda, Polizia e Guardia di Finanza a Isola Capo Rizzuto

ISOLA CAPO RIZZUTO (Crotone) – Tre troupe televisive sono state aggredite, una addirittura quasi investita, a Isola di Capo Rizzuto, mentre documentavano il seguito dell’inchiesta “Johnny” della Dda di Catanzaro. Solo per aver cercato di riprendere la chiesa e la canonica nelle quali operava uno dei fermati, don Edoardo Scordio, e per aver provato a raccogliere qualche testimonianza sul posto, la troupe di Rai News 24 è stata minacciata di morte da due uomini usciti dalla stessa canonica. Uno dei due aveva un sacchetto in mano con dei panini che, a suo dire, stava portando ai poveri come gli ha “insegnato Don Scordio”. L’altro, invece, si è avvicinato al cameraman minacciandolo pesantemente. I due sono poi saliti su una monovolume bianca che si è lanciata sull’altra troupe di “Piazza Pulita” de La 7 poco distante.
I colleghi di Rai News 24 nel frattempo erano saliti di corsa in macchina cercando di scappare, ma sono stati inseguiti da una Fiat bianca e bloccati in un vicolo cieco. Mentre continuavano a minacciarli, gli scattavano foto. Cosa che, a quel punto, ha fatto anche la collega di Rai News Angela Caponnetto, avvertendo un istante dopo i carabinieri. Solo a quel punto gli aggressori se ne sono andati.
Secondo quanto è stato possibile apprendere, anche una terza troupe ha denunciato ai carabinieri la stessa aggressione mentre un’altra ancora ha deciso di andare in giro scortata.
«Ho solo una preoccupazione – dice Angela Caponnetto –, quella per la mia troupe che è composta da professionisti del luogo ed è stata fotografata. Questo fa capire il clima che si respira quando si toccano gli interessi delle cosche. Bisogna respirarlo, per capirlo, questo clima a Isola di Capo Rizzuto dove i clan si sono spartiti la torta dei migranti rubando la dignità dei richiedenti asilo e i soldi allo Stato e agli italiani».
«Lo hanno fato – incalza la Caponnetto – dando lavoro a decine di ragazzi che altrimenti qui farebbero la fame o verrebbero inglobati nella manovalanza delle ‘ndrine. Per questo si sentono forti, perché si sentono padroni del territorio e aggredire i media altro non è che la loro bieca dimostrazione di forza per marchiare la zona».
Preoccupazione per quanto è accaduto a Isola Capo Rizzuto è stata immediatamente espressa dal segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana Raffaele Lorusso, dal segretario generale aggiunto Carlo Parisi, dal presidente Giuseppe Giulietti e dal responsabile della legalità della legalità per la Fnsi Michele Albanese.
«Lavorare in territorio così difficile per garantire al paese una libera informazione diventa sempre più rischioso. Ci auguriamo – affermano Lorusso, Parisi, Giulietti e Albanese – che le forze dell’ordine identifichino quanto prima i soggetti che hanno aggredito e minacciato i colleghi e che la magistratura verifichi le ragioni per le quali sono scattate le aggressioni ed in particolare se gli aggressori abbiano rapporti di parentela con le persone fermate nel corso dell’operazione della Dda di Catanzaro».
«Nei territori infestati dalle mafie – proseguono i vertici della Fnsi – il ruolo dell’informazione diventa importantissimo e quanto accaduto ad Isola Capo Rizzuto testimonia come le famiglie di ‘ndrangheta temano sia l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine sia quella dell’informazione, grazie alla quale la società civile prende coscienza della loro pericolosità». (giornalistitalia.it)

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