Carlo Parisi (Fnsi) a Pesaro al corso dell’Odg Marche: “È unico e unitario, siamo noi”

Giornalisti: “Il nostro sindacato non è come gli altri”

Da sinistra: Rosalba Emiliozzi, Franco Elisei e Carlo Parisi nella sala consiliare della Provincia di Pesaro-Urbino

PESARO – Un incontro decisamente vivace, oltre che ampiamente partecipato, quello ospitato a Pesaro, nella Sala della Provincia, e promosso dall’Ordine dei giornalisti delle Marche nell’ambito della formazione professionale continua. “Un incontro che vuole essere innanzitutto un confronto”, ha esordito Franco Elisei, consigliere nazionale dell’Ordine che, nell’occasione, ha fatto le veci del presidente dell’Odg Marche, Dario Gattafoni. E così è stato. Perché alle relazioni dello stesso Elisei e, accanto a lui, del segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa, Carlo Parisi, e di Rosalba Emiliozzi, fiduciario Inpgi delle Marche, sono seguiti numerosi interventi dei colleghi presenti – tra questi anche il segretario aggiunto del Sigim, Piergiorgio Severini, che ha portato il saluto dell’Assostampa Marche – che hanno dato vita ad un dibattito fatto di “botta e riposta”, centrando in pieno “il nostro obiettivo – ha sottolineato con soddisfazione Franco Elisei – che è quello di incontrare i colleghi, nel senso pieno del termine, dialogare con loro e, ripeto, confrontarci sui temi che stanno a cuore alla nostra categoria”.
Primo tra tutti, l’“evoluzione della professione giornalistica – ha affermato il consigliere nazionale dell’Ordine – che è sotto gli occhi di tutti: l’informazione sta cambiando, ma sta cambiando anche la figura del giornalista che è sempre più un comunicatore. Lo scenario è cambiato. Abbiamo, purtroppo, perso autorevolezza, che va assolutamente riconquistata”.

La sala consiliare della Provincia di Pesaro-Urbino affollata da oltre cento giornalisti

Lo sguardo vira inevitabilmente sugli editori: “Gli editori oggi cercano il profitto dell’azienda – ha rimarcato Elisei – , ma il problema è che l’azienda giornalistica viene trattata come tutte le altre aziende manifatturiere, senza dare il giusto valore al contenuto giornalistico. Il nostro ‘prodotto’ è intellettuale, non è una maglia. O una scarpa. Allo stesso modo, la nostra professione è una professione intellettuale e come tale va valutata o, meglio, rivalutata”.
Un assist, quello del rappresentante dell’Ordine, che Carlo Parisi ha colto al volto: “Ha ragione Elisei, la professione giornalistica non è un hobby. È, appunto, una professione. Che non ammette compensi da fame o, nel peggiore dei casi, nessuna retribuzione. Lo dico soprattutto ai più giovani e precari – ha detto, con forza, il segretario generale aggiunto della Fnsi –: non lavorate gratis, perché chi lavora gratis crea un danno, oltre che a se stesso, all’intera categoria contribuendo ad abbassare i già miseri livelli di mercato. Attenzione: c’è persino chi, tra i collaboratori animati dalla speranza, arriva a pagarsi, oltre alla benzina, al panino, alla copia del giornale per cui ‘lavora’, anche i contributi. Senza accorgersi che, così facendo, non fa altro che alimentare quella grande ‘fabbrica di illusioni’ che fa perno sulla tessera professionale”.
“Non esiste lavoro – ha proseguito Parisi – senza retribuzione e stiamo attenti a non confondere il diritto di espressione, garantito dall’articolo 21 della Costituzione, con la professione giornalistica: tutti possono scrivere, magari una lettera e inviarla al giornale, ma non per questo sono tutti giornalisti. Sta a noi, per primi, difendere la nostra professione”.
I numeri, purtroppo, confermano le nostre responsabilità, singole e di categoria: “Su 116mila iscritti all’Ordine – ha chiarito Parisi – il 60% non è iscritto all’Inpgi, ciò che significa che sono soltanto 50.888 i giornalisti attivi nel nostro Paese. Di questi 23.704 dichiarano redditi inferiori ai 10mila euro annui. Cioè 7 su 10. Va da sé che è una situazione che non può reggere”.

Da sinistra: Rosalba Emiliozzi, Franco Elisei, Carlo Parisi e Piergiorgio Severini

Altrettanto evidente è che “in una situazione critica come l’attuale, che riguarda tanto il nord quanto il centro e il sud Italia, il ruolo, il sostegno, l’impegno del sindacato dei giornalisti, ovvero la Fnsi, gioca un ruolo decisivo. Perché è il sindacato – ha ribadito ai presenti Carlo Parisi – che accompagna i giornalisti nelle vertenze contro editori pirata. È il sindacato che rappresenta il primo soggetto a cui rivolgersi, a cui chiedere una consulenza, a cui chiedere aiuto quando si è pagati 2 euro a pezzo. Ed è un errore, oggi più che mai, non iscriversi al sindacato, perché il sindacato dei giornalisti non è come tutti gli altri sindacati: il nostro è unico e unitario, il che non vuol dire che è una monarchia. Al contrario, il sindacato è fatto di persone, siamo noi”.
Occorre, perciò, fare “attenzione – ha concluso il segretario generale aggiunto della Fnsi – ai sedicenti movimenti di aggregazione tra giornalisti, che non fanno altro che confondere le idee ai colleghi, specie ai più giovani e inesperti a cui voglio ancora una volta ricordare che è la Federazione nazionale della stampa italiana l’unico sindacato titolato a fare e chiudere il contratto giornalistico e a difenderci nelle tante e sempre più numerose vertenze”. Quanto alle misure di sostegno messe a disposizione dei giornalisti dall’Istituto di previdenza dei giornalisti, è toccato al fiduciario delle Marche, Rosalba Emiliozzi, ricordare ai colleghi “l’importanza di essere iscritti all’Inpgi perché è l‘Inpgi che paga gli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione), è l‘Inpgi che ci viene in aiuto in caso di infortunio con una polizza assicurativa ad hoc. È sempre l’Inpgi che ci garantisce l’indennità di disoccupazione e la pensione”. (giornalistitalia.it)

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