Il reato ipotizzato dalla Procura è tentata violenza privata. Occhi puntati sullo strano “guasto” delle rotative dello stampatore

“Caso l’Ora”: dopo de Rose indagato anche Andrea Gentile

Marco Cribari
COSENZA – Dopo Umberto De Rose, anche l’avvocato Andrea Gentile è stato iscritto nel registro degli indagati per lo scandalo Oragate. Per entrambi, l’accusa ipotizzata dalla Procura di Cosenza è di tentata violenza privata. Un reato che il figlio del senatore del Nuovo centrodestra, Tonino Gentile, e il presidente di Fincalabra avrebbero compiuto ai danni di Luciano Regolo e Alfredo Citrigno, rispettivamente direttore ed editore dell’Ora della Calabria.
Non a caso, sia Regolo che Citrigno sono indicati come “parti offese” nell’ambito dell’inchiesta aperta all’indomani della mancata uscita in edicola del giornale: quando le rotative dello stampatore De Rose si fermarono a causa di un “tempestivo” quanto presunto guasto. E proprio su quel misterioso blocco, verificatosi nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, gli inquirenti sono determinati a far luce. In gergo giuridico si chiama «accertamento tecnico non ripetibile» e sarà eseguito in tribunale su un computer sequestrato nella tipografia De Rose lo scorso 14 marzo.
Si tratta dello stesso macchinario che, a detta dello stampatore, era andato in tilt un mese prima, comportando così la mancata pubblicazione del giornale. 
In realtà, quell’intoppo era giunto dopo una serie di pressioni, esercitate via telefono dallo stesso De Rose, per convincere l’editore dell’Ora a non pubblicare la notizia del coinvolgimento di Andrea Gentile nell’inchiesta sulle consulenze d’oro dell’Asp Cosenza.
Una notizia questa ritenuta “scomoda” per suo padre Tonino, all’epoca impegnato a strappare una poltrona da sottosegretario nel nascituro governo Renzi. L’episodio, noto anche come “Il discorso del cinghiale”, ha fatto poi il giro del mondo grazie alla decisione, assunta da «’stu cazz’i Regolo», di renderne pubblici tutti i retroscena: dal sinistro benché a tratti grottesco campionario di avvertimenti sfoderato dall’Umberto fino agli sms inviati da Andrea Gentile a Citrigno.
Circostanze già note, che hanno determinato l’ondata di sdegno popolare risultata poi decisiva per indurre un Tonino Gentile fresco di nomina a sottosegretario a dimettersi dall’incarico. E non solo. Proprio le telefonate e gli sms, hanno portato anche all’apertura di un’inchiesta coordinata dal pm Domenico Assumma che con l’accertamento odierno potrebbe far registrare un ulteriore salto di qualità. Non a caso, gli esami sul computer – ai quali parteciperanno i periti nominati da tutte le parti in causa serviranno ad appurare se davvero, il 18 febbraio a notte, la mancata pubblicazione dell’Ora fu da ascrivere a un “provvidenziale” guasto della rotativa o se, piuttosto, si trattò di un evento legato da rapporti di causa-effetto a quelle telefonate e a quegli sms ricevuti poco prima dall’editore del giornale. In tal caso, l’ipotesi di tentata violenza privata potrebbe non bastare più per inquadrare i contorni di questa brutta storia. (l’Ora della Calabria)

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