LONDRA (Gran Bretagna) – “Ignoravo che la pratica fosse illegale. Credo che lo ignorassimo tutti”. Riprende così la sua deposizione Rebekah Brooks, imputata nel processo per lo scandalo sulle intercettazioni illegali in alcune testate britanniche del gruppo Murdoch, di cui la “rossa” un tempo più potente di Londra era responsabile.
“Nessun giornalista ha mai chiesto la mia autorizzazione per un’intercettazione da usare per una storia cui stava lavorando”, spiega ancora in aula la ex direttrice del News of the World, il domenicale al centro dello scandalo.
Rebekah nega inoltre di aver mai saputo nulla prima del 2011 sulla violazione del cellulare di Milly Dowler nel 2012, la 13enne ragazza rapita e successivamente trovata morta il cui cellulare fu oggetto delle intercettazioni dei reporter di News of the World dopo la sua scomparsa, interferendo così con le indagini della polizia e dando alla famiglia false speranze.
E alla domanda su quale fosse stata la sua reazione nel momento in cui lo apprese, Rebekah ha risposto: “Shock, orrore”. (Ansa)