Nessuno dei 72 giornalisti dichiarati in esubero finirà da domani in cassa integrazione: contratto di solidarietà per tutti

Rcs periodici: intesa sul lavoro e la socialità

Franco Siddi

ROMA – Una delicata e difficile vertenza per l’occupazione giornalistica nella Rcs Mediagroup, area periodici, si conclude in sede sindacale con una faticosa intesa sociale che salvaguarda, con sacrifici, lavoro e redditi.
Nessuno dei 72 giornalisti dichiarati in esubero finirà da domani in cassa integrazione – anticamera della disoccupazione – ma terrà il proprio radicamento aziendale, grazie allo strumento del contratto di solidarietà esteso a tutta l’area periodici della Rcs. Una condizione, certo, di sacrificio ma soprattutto di solidarietà, a fronte di una crisi reale e di evidenti appesantimenti della stessa a causa di inadeguatezze progettuali aziendali, di origine non solo recente e di discussa natura.
Sulle soluzioni praticabili e possibili di una composizione sociale della vertenza hanno pesato incredibili tentativi di falchi e avvoltoi in aree professionali seminascosti in pretese componenti sindacali.
Ci sono stati pesanti tentativi di influenzare in questo modo le regolari dinamiche sindacali, orientate alla tutela economica del lavoro dei colleghi in maggiore difficoltà. Sono vergognosi certi comportamenti inqualificabili esercitati – nei momenti cruciali della trattativa – al di fuori dai coretti canali istituzionali di confronto tra parti sociali, nel tentativo di indebolire la parte del lavoro esposta a massima criticità e la rappresentanza sindacale aziendale, regionale (lombarda) e nazionale.
E’ incredibile e puerile, quanto grave, questo tentativo di inframmettenza nella delicata vertenza che vedeva a rischio decine e decine di lavoratori, esercitato da questi avvoltoi con l’obiettivo indecente di colpire una valorosa dirigente sindacale, vice segretario della Fnsi, nella sua figura professionale, perché avversaria o competitrice all’interno delle libere articolazioni del sindacato. Sono stati accampati, addirittura come certi, favoritismi aziendali senza riscontro alcuno nei fatti, fino ad arrivare al livello della calunnia. Veri e propri tentativi di discriminazione professionale, sessista e sindacale, intollerabili.
Gli accordi siglati, che saranno presentati all’assemblea della Rcs periodici, parlano da soli, con chiarezza. Portano i contenuti di un sindacato che, con trasparenza e onestà, si assume responsabilità in un campo che molti vorrebbero solo attraversare con le voci del populismo e della faciloneria a spese altrui, evidenziando solo brutale egoismo.
Quando sono in gioco i posti di lavoro le iniziative di questo tipo altro non sono che ingiustificabile imbarbarimento, comportamento vile e inqualificabile che indebolisce la quotidiana battaglia per i diritti di tutti.
Il sindacato dei giornalisti e i suoi dirigenti – si tranquillizzino gli “influenzatori” e gli “insinuatori” di professione – continueranno a tenere questa barra dritta. Chi ne ha ponga in campo idee diverse e si metta al confronto sui dati della realtà e delle prospettive concrete. Prendere in giro le comunità, anche quelle di colleghi, distillare illusioni e ancora peggio insinuazioni e offese, altera le dinamiche sociali in maniera intollerabile.
Un’azienda come la Rcs, complessivamente, deve sapersi far carico con altrettanta chiarezza delle azioni e delle scelte per fronteggiare la crisi, che in parte essa stessa ha determinato, assumendosi fino in fondo le responsabilità che le derivano per obblighi sociali e imprenditoriali, per natura speciale dell’impresa di informazione, per l’adesione a tutti i patti del lavoro che le appartengono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *