Fotografie, filmati, costumi per raccontare “la straordinaria avventura” della Radiotelevisione italiana dal 1924 ad oggi

In mostra al Vittoriano i 60 anni della Rai

ROMA – La Rai festeggia i 60 anni della televisione e i 90 anni della radio in una mostra, ospitata al Vittoriano fino al 30 marzo, poi alla Triennale di Milano. Attraverso la televisione e la radio, la Rai ha portato nelle case degli italiani informazione, cultura e svago, ha contribuito alla formazione del sentimento unitario della nazione e alla sua crescita culturale e civile.
La mostra ripercorre la storia del nostro immaginario collettivo, attraverso i simboli che tutti riconosciamo, i programmi che abbiamo seguito, i volti che ci hanno tenuto compagnia e le pagine di storia che abbiamo condiviso con trepidazione, gioia, dolore, curiosità.
Ogni sezione documenta i grandi cambiamenti sociali, culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati protagonisti attraverso miscellanee di programmi, filmati di eventi particolarmente significativi, telegiornali, annunci, servizi, programmi, quiz, tribune politiche. Ma anche con documenti d’archivio, fotografie d’epoca, opere d’arte della ricca collezione Rai (Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo, Cremona, Campigli, Turcato, Vedova e molti altri), copioni e testimonianze manoscritte di chi ha attivamente partecipato e vissuto la straordinaria avventura iniziata il 27 agosto del 1924, giorno dell’atto costitutivo dell’Unione Radiofonica Italiana U.R.I. e gli anni di attività dall’Uri all’Eiar fino alla Rai. La storia degli ultimi novant’anni parlerà dunque con le voci dei suoi protagonisti.

La mostra
Apre l’esposizione una selezione di costumi di scena che evocano le icone della nostra tv e testimoniano l’evoluzione dello stile italiano dai primi Anni Sessanta a oggi.
Segue la sezione “La Rai: una bella impresa italiana” che testimonia l’origine e la nascita dell’azienda attraverso il racconto figurato di materiali d’archivio, verbali, ordini di servizio (molto interessanti quelli emanati dal Direttore dell’Eiar durante il Ventennio fascista, tra cui quello in cui si dispone l’uso del “voi” o del “tu” al posto del “lei” nelle trasmissioni) e materiali di promozione (molti ideati da Erberto Carboni, designer e illustratore che produsse una quantità immensa di opere grafiche per la Rai), un racconto per simboli degli anni di attività dall’Uri all’Eiar fino alla Rai.
I 60 anni della Televisione italiana sono articolati in otto sezioni, otto canali tematici, ciascuno curato da un testimonialSergio Zavoli per l’Informazione; Emilio Ravel per lo Spettacolo; Andrea Camilleri per la Cultura; Piero Angela per la Scienza; Bruno Vespa per la Politica; Piero Badaloni per la Società; Arnaldo Plateroti per l’Economia; Bruno Pizzul per lo Sport.
Una sezione a parte è dedicata alla storia della Radio, curata da Marcello Sorgi, che narra 90 anni di storia attraverso la voce dei protagonisti e molti materiali inediti, una selezione di programmi radiofonici, una colonnina interattiva del Radiocorriere, cimeli come l’Uccellino dei programmi radiofonici, documenti come il libretto contenente le “Norme per la redazione di un testo radiofonico”, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1953.
Nello spazio espositivo centrale è ricostruito, grazie alla collaborazione del Museo della Radio e Televisione di Torino, un set televisivo degli anni Settanta realizzato con strumenti e apparati originali (televisori, microfoni, giraffe, telecamere, un rullo per i titoli funzionante) per raccontare il “dietro le quinte” dei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana.
Nello spazio “museale” sono esposti anche memorabilia e inediti come i bozzetti originali dei costumi per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero” e alcune  tavole illustrate raffiguranti alcuni personaggi per “I quattro moschettieri” di Nizza e Morbelli, i giochi in scatola dei quiz televisivi, il copione manoscritto originale del film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli” (1978) e il Leone d’Oro 2013 vinto a Venezia da Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”.
Chiude il percorso espositivo una sezione dedicata alla tecnologia che racconta l’attività del CRIT-CentroRicerche e Innovazione Tecnologica della Rai la cui istituzione risale al 1930.
L’esposizione, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Provincia di Roma, e con il sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo, è a cura di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche.
Fino al 30 marzo 2014 al Complesso del Vittoriano a Roma e dal 29 aprile al 15 giugno alla Triennale di Milano.

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