Costituiti il giornalista Stefano Serpellini e il direttore Giorgio Gandola. Udienza preliminare rinviata al 28 febbraio

Follia ultrà Atalanta, “L’Eco di Bergamo” parte civile

BERGAMO – È stata rinviata, per le ultime repliche del pm e dei vari avvocati, al 28 febbraio l’udienza preliminare che si è aperta venerdì 17 gennaio al tribunale di via Borfuro e che è relativa alla maxinchiesta sul tifo organizzato con indagati 151 supporter, tra cui il leghista Daniele Belotti e il «Bocia» Galimberti, il leader della curva Nord.
In ballo c’era la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Carmen Pugliese. Tra i 151 tifosi ci sono anche 50 catanesi, il resto sono bergamaschi. Mentre all’interno del Tribunale si discuteva, all’esterno ha regnato la tranquillità. Le forze dell’ordine si sono comunque disposte per controllare la situazione con una camionetta dei carabinieri e due volanti della polizia locale che limitavano l’accesso a via Borfuro.
Hanno chiesto di potersi costituire parte civile il Comune di Alzano, il poliziotto Massimo Novarelli, il tifoso juventino Francesco Mazzola, che era stato picchiato, il giornalista de “L’Eco di Bergamo”, Stefano Serpellini, e il direttore de “L’Eco di Bergamo”, Giorgio Gandola. Per il momento non hanno ancora deciso, pur essendo stati riconosciuti come parte lesa, Gianbattista Scarfone, direttore di Atb, e Alessandro Ruggeri, presidente dell’Atalanta all’epoca dell’irruzione degli ultrà al Centro Bortolotti di Zingonia. Per costituirsi parte civile hanno comunque tempo fino all’inizio del dibattimento. La richiesta del Comune di Alzano è stata respinta per un vizio di forma (formulazione troppo generica), ma Alzano avrà tempo di ripresentarla.
Ricordiamo che nei giorni scorsi era montata una polemica abbastanza serrata in Consiglio comunale con le minoranze che invitavano l’Amministrazione comunale a costituirsi parte civile per danni morali. Alla fine il Consiglio comunale ha deciso per il no con il sindaco Franco Tentorio che si è astenuto.
Il giudice Patrizia Ingrascì ha respinto un’eccezione presentata dall’avvocato Giovanni Adami che, insieme a Federico Riva, difende Andrea Quadri, detto «Rasta», un ultrà indagato per associazione per delinquere. L’avvocato aveva evidenziato che non era arrivata la notifica di convocazione per l’udienza preliminare.
Il pm Carmen Pugliese ha ribadito le sue accuse sostenendo l’associazione per delinquere per il «Bocia» Galimberti e altri cinque ultrà atalantini e il concorso esterno per Daniele Belotti. Gli avvocati hanno replicando chiedendo il non luogo a procedere per associazione per delinquere in quanto si tratterebbe di episodi slegati tra loro e non frutto di un disegno criminoso, in cui inoltre gli indagati non avrebbero un ruolo ben definito.
Infine, l’avvocato Marco Saita, difensore di Marco Vitali e Andrea Sesti, ha reclamato l’inutilizzazione di diverse intercettazioni che sono alla base dell’accusa di associazione per delinquere. L’iscrizione della proroga di queste intercettazioni nel registro delle notizie di reato sarebbe avvenuta infatti quando le intercettazioni erano già state completate, nell’ottobre 2010 (erano state avviate nel novembre 2009). (L’Eco di Bergamo)

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