CAGLIARI – La direzione de “L’Unione Sarda” ha adottato un regolamento deontologico interno – elaborato da una commissione composta da quattro redattori – che i giornalisti seguiranno quando si occuperanno di soggetti deboli: donne vittime di violenza, minori, ammalati e suicidi.
L’iniziativa, condivisa dal Cdr, intende porre il quotidiano all’avanguardia nel rapporto con i lettori, interpretando le mutate esigenze della società. Le regole adottate si aggiungono a quelle già previste dal codice deontologico e da quello penale, pur preservando il diritto-dovere di cronaca.
Particolarmente innovativa, è la disciplina legata alla violenza sulle donne. Secondo il nuovo regolamento non dovrà mai passare in secondo piano che le protagoniste del racconto sono le vittime – da tutelare sempre e comunque – e non i carnefici.
Sia nella titolazione che nell’articolo l’attenzione sarà incentrata sulla vittima. Verranno bandite espressioni tipo “delitto passionale” e “omicidio per amore” e ogni altra esimente di maniera.
Particolare attenzione verrà posta sulla scelta delle fotografie a corredo degli articoli di cronaca, evitando di offrire un’immagine distorta del genere femminile. (Ansa)
L’iniziativa, condivisa dal Cdr, intende porre il quotidiano all’avanguardia nel rapporto con i lettori, interpretando le mutate esigenze della società. Le regole adottate si aggiungono a quelle già previste dal codice deontologico e da quello penale, pur preservando il diritto-dovere di cronaca.
Particolarmente innovativa, è la disciplina legata alla violenza sulle donne. Secondo il nuovo regolamento non dovrà mai passare in secondo piano che le protagoniste del racconto sono le vittime – da tutelare sempre e comunque – e non i carnefici.
Sia nella titolazione che nell’articolo l’attenzione sarà incentrata sulla vittima. Verranno bandite espressioni tipo “delitto passionale” e “omicidio per amore” e ogni altra esimente di maniera.
Particolare attenzione verrà posta sulla scelta delle fotografie a corredo degli articoli di cronaca, evitando di offrire un’immagine distorta del genere femminile. (Ansa)