Il presidente dei giornalisti pensionati a Roma Pierluigi Franz: “Un contentino di Governo e Parlamento pieno di astrusità”

Perequazione pensioni: “E la montagna partorì un topolino”

Pierluigi Franz

Pierluigi Franz

ROMA – E alla fine la montagna partorì un topolino. A distanza di venti giorni dall’approvazione della legge di stabilità si é infatti risolto il rebus della perequazione delle pensioni per il 2014.
Ma a conti fatti si tratta solo di un contentino del Governo e Parlamento per milioni di pensionati con l’unico obiettivo di vanificare un’eventuale sentenza di incostituzionalità della Consulta, perché altrimenti i vitalizi medio-alti sarebbero stati tagliati della rivalutazione monetaria Istat per il 3° anno consecutivo dopo il blocco deciso dal governo Monti per il 2012 e il 2013 e impugnato due mesi fa davanti all’Alta Corte dal tribunale di Palermo con buone possibilità di successo.
Insomma per un piatto di lenticchie si é costruito un nuovo e complesso sistema di perequazione delle pensioni. Il comma 483 della legge n. 147 con una terminolgia astrusa, sibillina, desueta e in perfetto burocratese ha sconfessato del tutto il precedente meccanismo di rivalutazione dei vitalizi formato dalla sommatoria degli importi maturati nelle singole fasce.
Ora siamo faticosamente riusciti a risolvere l’atroce dilemma e a ricostruire l’esatta interpretazione di questo astruso comma 483.
Innanzitutto é confermato che, contrariamente a quanto fosse trapelato nelle scorse settimane, per quest’anno la perequazione varrà per tutti i pensionati, nessuno escluso.
Ecco gli importi massimi riconosciuti nel 2014 per ciascuna delle 5 fasce, salvo la clausola di salvaguardia (come meglio risulta nella relativa tabella acclusa in calce):

1^ fascia fino a 19.321,77 euro lordi l’anno: 231,86 euro lordi l’anno;
2^ fascia da 19.321,78 euro lordi l’anno a 25.762,36 euro lordi l’anno: 293,69 euro lordi l’anno;
3^ fascia da 25.762,37 euro lordi l’anno a 32.202,95 euro lordi l’anno: 289,83 euro lordi l’anno;
4^ fascia da 32.202,96 euro lordi l’anno a 38.643,54 euro lordi l’anno: 231,86 euro lordi l’anno;
5^ fascia oltre i 38.643,54 euro lordi l’anno: 185,49 euro lordi l’anno.
Sono così nate 5 nuove fasce distinte e separate una dall’altra. Il risultato finale di questo guazzabuglio é assolutamente deludente: gli importi della la 1^ e della 4^ fascia coincidono, mentre sono pressoché simili la 2^ e la 3^.
Confrontando poi i 2 diversi sistemi sui trattamenti pensionistici superiori ai 38.643,54 euro lordi l’anno, cioé a 6 volte il minimo Inps, emerge una differenza in meno del 50% (appena 185,49 euro lordi l’anno della fascia unica contro i 401,89 euro lordi l’anno che sarebbero, invece, spettati usando il vecchio sistema della sommatoria delle fasce). Se poi si considera che almeno un terzo dei 185,49 euro viene poi trattenuto alla fonte per tasse dall’Inps e dagli altri enti previdenziali ne emerge un importo di circa 9 euro netti al mese per ciascuno di questi pensionati.
Davvero un bel risultato dopo 3 anni di blocco totale della perequazione negli ultimi 7 (2008, 2012 e 2013)! E non é forse ben poca cosa rispetto all’aumento reale del costo della vita (basti pensare solo ai prodotti alimentari, ai contratti d’affitto di casa, alle utenze, all’lva passata al 22%, all’Imu, alla Tares, alle addizionali regionali e comunali, alla benzina, alle assicurazioni, alle autostrade)?
I politici credono davvero che i pensionati siano una categoria che può essere continuamente tartassata a differenza di altri contribuenti a parità di reddito o peggio di tanti evasori che non pagano le tasse?
Usando il linguaggio degli ostrogoti, i politici hanno coniato una serie di nuove formule magiche con calcoli da scienziati pur di non rivelare per 20 giorni l’esatta entità della perequazione per il 2014. Resta, però, da chiedersi se meriti un bel tapiro d’oro chi ha inventato il nuovo sistema che all’interno delle 5 fasce prevede addirittura delle clausole parziali (e non totali) di salvaguardia. C’é da restare semplicemente esterrefatti.
Ad esempio, il titolare di una pensione di 38.700 euro lordi l’anno rientrerebbe nella 5^ fascia ed avrebbe diritto nel 2014 ad una perequazione annuale massima di 185,49 euro (pari allo 0,48% per 38.643,54 che rappresenta il limite massimo riconosciuto sulle pensioni superiori a 6 volte il minimo INPS). Senonché l’importo di 38.700 euro lordi l’anno ricade anche nella clausola di salvaguardia della precedente 4^ fascia che prevede una perequazione dello 0,60% (anziché dello 0,48%). E allora quanto spetterebbe in concreto in questo caso?
E’ un esempio che dimostra la complessità della materia dovuta ad una norma di legge che poteva e doveva essere scritta in modo più semplice e chiaro per tutti i cittadini senza usare formule magiche da stregoni. Ma basterà l’elemosina di questo comma 483 ad evitare un verdetto di incostituzionalità per irrazionalità, irragionevolezza e disparità di trattamento tra contribuenti dopo l’ultimatum che i giudici della Consulta hanno lanciato a Governo e Parlamento con la sentenza n. 316 del 2010?
Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati presso l’Associazione Stampa Romana

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