Il gesto del “pibe de oro” contro Equitalia. Fassina: “Miserabile”. Brunetta: “Fazio di più”. Diego: “Miserabile è chi mi perseguita”

Maradona, Fazio e lo scandalo dell’ombrello

Diego Maradona ieri sera a “Che Tempo che fa” con Fabio Fazio

ROMA – “Ho depositato un’interrogazione alla Commissione di Vigilanza Rai, sull’episodio indecente accaduto ieri sera a “Che tempo che fa”, con Maradona impegnato nel gesto “dell’ombrello”, ed elevato così a testimonial dell’evasione fiscale”. Lo afferma in una dichiarazione all’Ansa Renato Brunetta.
“Più grave ancora – aggiunge – è il comportamento di Fazio”.
Questo il testo completo della dichiarazione all’Ansa del capogruppo Pdl alla Camera, che nella precedente puntata di “Che tempo che fa”, ospite in studio, aveva polemizzato in diretta con Fazio sulla mancata pubblicazione dei compensi del conduttore.
“Ho depositato oggi stesso un’interrogazione al presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, Roberto Fico, sull’indecente episodio accaduto ieri sera a ‘Che tempo che fa’, con l’esibizione di Diego Armando Maradona impegnato nel gesto ‘dell’ombrello’, ed elevato così a testimonial dell’evasione fiscale in casa di chi paga il canone per vedersi sbeffeggiato. Più grave del comportamento dell’ex calciatore, appare quello di chi gli ha approntato il palcoscenico. Se Maradona è infatti noto per le sue intemperanze, e dunque non stupisce si sia esibito nel gesto dell’ombrello contro Equitalia, davvero offensiva è la condiscendenza manifestata dal conduttore Fabio Fazio che ha lasciato che il suo pubblico tributasse un’ovazione per quell’atto di volgare offesa, che irride la legge e gli italiani onesti. L’interrogazione – chiude Brunetta – chiede di far luce su eventuali compensi fatti giungere per vie traverse a Maradona e se nel contratto di Fazio esistano clausole che lo vincolino a rispettare il decoro della Rai e quali siano le sanzioni in caso di violazione”.
“È un gesto da miserabile e credo che vada perseguito con grande determinazione”. Così il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, a Mix 24 su Radio 24 sul gesto dell’ombrello a Equitalia di Maradona, ospite a “Che tempo che fa”.
Funzionari di Equitalia hanno notificato nei giorni scorsi a Diego Armando Maradona un avviso di mora da oltre 39 milioni di euro.
“Stiamo parlando di quasi 40 milioni di euro – ha aggiunto Fassina – farebbe bene a imparare a rispettare le leggi”.

“Mi piaci perchè vai controcorrente e anche tu dici la verità, e questo dà fastidio sia in Italia che in Argentina”. Diego Maradona non è cambiato con il passare degli anni, è sempre il “Che Guevara” del pallone anche adesso che sta per compiere 53 anni. Ma rimane, soprattutto, il miglior calciatore mai apparso sulla faccia della terra, assieme a quel Pelè che non ha mai amato.
Ospite d’onore di Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa” su Rai 3, il grande argentino non perde la vena polemica, e ignora O Rei quando il conduttore gli chiede chi siano stati, a parte lo stesso Maradona, i più grandi di sempre: “Non mi dimentico di Careca, Van Basten, Gullit, Rijkaard – risponde -, erano grandi calciatori. Oggi si cambia maglia come i pantaloni, non esistono più le bandiere. Guadagnavamo già tanto, perché tradire la gente?”.
La sua verve polemica non risparmia nemmeno Equitalia per le sue note vicende con il fisco (“non sono mai stato un evasore, loro si fanno pubblictà con me”) e nemmeno chi adesso è a capo di quel Napoli che continua a essere nel suo cuore: “Tornare mi piacerebbe, ma non capiterà con De Laurentiis, lui non mi vuole”.
E’ quindi il solito Maradona, che adesso fa l’ambasciatore sportivo di Dubai, “vivo benissimo e posso perfino andare al supermercato”, è in pace con se stesso ma racconta per l’ennesima volta il suo viaggio nell’inferno della droga, dal quale lo ha tirato fuori l’amore delle sue figlie, “che per me sono la vita assieme a mio nipote Benjamin, il bimbo di Giannina”.
Ripete che non ha mai voluto essere un esempio, ma neppure sarà mai un uomo comune: “Il 30 ottobre faccio 53 anni – commenta -, ma come dico sempre ad Dalma oggi ne avrò 85-86 per tutto ciò che ho vissuto, nel male e nel bene. Sono stato male per colpa della droga per tanti anni. Il mio rimpianto è di non aver visto crescere le mie due figlie”.
Poi si leva altri sassolini dalle scarpe: “Ho sempre pensato che numero 10 ci si nasce. Ma ora è un numero che portano tutti. Io comunque ho sempre pensato di essere Maradona, c’è un filmato di me da bambino che dico di voler vincere la Coppa del mondo”.
Con il Brasile la rivalità non si limita a Pelè: “Avranno la Coppa del Mondo e poi l’Olimpiade ma per la gente avrà un costo molto – prevede Maradona -. I Mondiali saranno un sacrificio grande per la gente: ci sono cose più importanti che il Brasile vinca la Coppa del mondo, non credo che ne abbia bisogno. Prima si deve lasciare mangiare le persone”.
Maradona è tornato ed è sempre lo stesso, un uomo autentico e un vero numero uno, prima che un 10.

“Io non ho offeso nessuno e sono orgoglioso di essere Maradona, di amare ed essere amato dalla gente per la mia coerenza, che non è mai stata in vendita”, dice ancora Diego, attraverso il suo avvocato.
“Fassina, che io non conosco e non so cosa abbia fatto per la gente, – aggiunge l’ex ‘Pibe de oro’ – farebbe bene a considerare miserabili tutti quelli che perseguitano gli innocenti invece di fare emergere la giustizia e la verità. Se Fassina ha il coraggio, – continua Maradona – ascolti, com’è suo dovere, il mio avvocato il quale gli potrà spiegare e illustrare la controversia di cui lui parla senza neanche conoscere le carte, senza mai chiedersi come si possano pretendere da un contribuente 40 milioni di euro per spese, interessi e more”.
Secondo l’ex fuoriclasse del Napoli, il vice ministro parla della sua vicenda “solo sulla base dei pretestuosi comunicati stampa di Equitalia”.
“Lui, – sottolinea Maradona – in 30 anni non si è mai interessato alla mia questione, come nessun altro esponente del governo italiano. Invece il mondo intero ormai ha capito che non sono mai stato un evasore, e che la presunta violazione fiscale originaria presupposto della richiesta di Equitalia non esiste: dovrebbe chiedermi scusa”. (Ansa)

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