Amministrazione Obama è “meno trasparente” e ipersensibile a qualsiasi critica. Cpj: “Funzionari spaventati a morte”

La Casa Bianca ossessionata dai giornalisti

Barack Obama

Nicoletta Nencioli

WASHINGTON (Usa) – Un’amministrazione Obama che con la stampa è “meno trasparente” persino della Casa Bianca di George W. Bush, che non risponde alle richieste dei media; che è “ipersensibile” a qualsiasi critica sui giornali e ha creato un clima a Washington nel quale qualsiasi funzionario del governo è “spaventato a morte” a parlare con i cronisti: queste sono alcune delle testimonianze dei giornalisti più prestigiosi d’America, raccolte nel rapporto del “Comitato per la protezione del giornalismo” appena reso pubblico.
Sotto il titolo “L’Amministrazione Obama e la stampa: indagini su rivelazioni e sorveglianza nell’America del dopo l’11 Settembre”, il rapporto è stato redatto da una penna al di sopra di ogni sospetto, l’ex direttore del Washington Post, oggi professore di comunicazione all’università dell’Arizona, Leonard Downie. “Sono abituato alle lamentele dei colleghi – ha detto lo stesso Downie – ma qui le preoccupazione sulla mancanza di trasparenza hanno legittimità”.
Il documento elenca una serie di misure “tattiche” usate dalla Casa Bianca per evitare che le informazioni fluiscano ai giornalisti: tra queste, l’utilizzo dell’«Atto sullo spionaggio» come mai prima nel perseguire chi fa rivelazioni ai media, la decisioni di classificare documenti governativi come “top secret” anche quando non vi sarebbe alcun danno dalla loro pubblicazione, l’aumento della sorveglianza che mette in pericolo la sicurezza delle fonti in precedenza disponibili a parlare con i reporter.
Una situazione che sta costringendo i giornalisti a evitare l’uso di comunicazioni scritte, a ricorrere ad email criptate, e a intervistare eventuali fonti governative tramite intermediari per proteggerle in caso venissero sottoposte a “macchine della verità”.
Una situazione che ha spinto il Comitato per la protezione del giornalismo a scrivere a Obama una lettera in cui si criticano le modalità usate dalla sua Amministrazione.  “Il giornalismo americano è sotto minaccia – ha detto Kathleen Carrol, direttore del Comitato – proprio negli Usa, che per secoli hanno misurato la liberta’ di stampa quale espressione di democrazia. Ma dobbiamo combattere contro la segretezza che sta avvolgendo ogni livello delle attività del governo”.
Per il veterano corrispondente alla Casa Bianca del New York Times, David Sanger, non ci sono mezzi termini: “Questa è l’amministrazione più chiusa e ossessionata dal controllo che abbia mai seguito”. (Ansa).

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