6 mesi di reclusione, con la condizionale, a Lorenza Gottardo: nel 2010 il giornalista Sky morì battendo la testa dopo una violenta lite

Luca Fava: condannata l’ex fidanzata per omicidio colposo

Luca Fava

MILANO – Fu per colpa della ex fidanzata, che spinse sull’acceleratore anziché sul freno, se Luca Fava, noto telecronista Sky di Ancona, morì a 34 anni, a Milano, picchiando la testa sul selciato. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale penale del capoluogo lombardo Beatrice Secchi, che ha condannato Lorenza Gottardo, all’epoca dei fatti, il 20 novembre 2010, compagna del giornalista marchigiano, per omicidio colposo.
Sua, dunque, la responsabilità della tragedia – cosa che la Gottardo ha sempre negato – che si consumò nella periferia nordovest di Milano, in zona Bruzzano, dove i due litigarono in strada, dopo essere stati, insieme, a far visita ad un amico al Centro ortopedico Galeazzi. All’uscita del nosocomio, il telecronista della vela e l’allora fidanzata ebbero una discussione, durante la quale lei salì in macchina, per andarsene lasciando a piedi Fava, che, però, afferrò la maniglia dello sportello del passeggero, nel tentativo di fermarla.
Un gesto fatale, perchè Lorenza Gottardo, invece di frenare, accelerò e sterzò, facendo cadere a terra il giornalista, che picchiò violentemente la testa sul selciato e, per questo, morì due settimane dopo al Policlinico di Milano. Era il 7 dicembre 2010.
Oggi, la sentenza del Tribunale milanese, che ha condannato l’ex compagna del telecronista Sky a 6 mesi di reclusione, il minimo della pena, accordandole anche la sospensione condizionale.
La Gottardo dovrà, inoltre, risarcire i familiari di Luca – i genitori Fausto e Fernanda e la sorella Morena – che, nel processo, si costituirono parte civile, chiedendo un risarcimento di 800mila euro, con una provvisionale di mezzo milione: il giudice ha rimesso al Tribunale civile la quantificazione del danno.
“L’unico nostro obiettivo era conoscere la verità – hanno sempre detto i familiari di Luca -, anche in considerazione del fatto che la ragazza negava di avere qualsiasi colpa”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *