Il consigliere nazionale Cosimo Bruno sulla detenzione del giornalista 79enne: “Bene la forte posizione della Fnsi”
Cosimo Bruno
ROMA – L’arresto del giornalista Francesco Gangemi, 79 anni, sì 79 anni, di Reggio Calabria, per una condanna per diffamazione e per non aver voluto rivelare le sue fonti, non può che suscitare proteste e indignazione da parte di tutti i giornalisti liberi.
Condivido la forte presa di posizione della Fnsi e del Sindacato Giornalisti della Calabria e non so spiegarmi il silenzio dei vertici dell’Ordine nazionale dei giornalisti su un episodio di così tanta gravità!
Eppure proprio recentemente era stato il Consiglio Nazionale dell’Ordine a denunciare, ancora una volta, con un documento la grave situazione nella quale sono coinvolti centinaia di colleghi colpiti da querele per diffamazione, troppo spesso intimidatorie e strumentali, con l’evidente obiettivo di ostacolare la loro attività, che è garanzia di libera circolazione di notizie e del diritto dei cittadini ad avere un’informazione libera.
Il Consiglio chiedeva che venissero applicate le norme europee sulla libertà di stampa che non consentono l’incarcerazione dei giornalisti per reati di diffamazione.
“La mancata applicazione di queste norme – recitava il documento – ha già determinato gravi accuse all’Italia (ultima, in ordine di tempo, quella relativa a Maurizio Belpietro) e, in non pochi casi, anche condanne a risarcimenti. La Corte europea ha, infatti, stabilito che, nelle cause civili (sempre più spesso preferite a quelle penali), i risarcimenti che non tengano conto della situazione economica del giornalista diventano di fatto una limitazione del suo dovere di informare i cittadini”.
Con l’arresto di Gangemi è l’Italia che precipita sempre più in basso in materia di libertà di informazione.
Cosimo Bruno
Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti
Presidente Circolo della Stampa Pollino Sibaritide
Il consigliere nazionale Cosimo Bruno sulla detenzione del giornalista 79enne: “Bene la forte posizione della Fnsi”
Caso Gangemi: “L’Ordine dei giornalisti sta zitto?”
Cosimo Bruno
ROMA – L’arresto del giornalista Francesco Gangemi, 79 anni, sì 79 anni, di Reggio Calabria, per una condanna per diffamazione e per non aver voluto rivelare le sue fonti, non può che suscitare proteste e indignazione da parte di tutti i giornalisti liberi.
Condivido la forte presa di posizione della Fnsi e del Sindacato Giornalisti della Calabria e non so spiegarmi il silenzio dei vertici dell’Ordine nazionale dei giornalisti su un episodio di così tanta gravità!
Eppure proprio recentemente era stato il Consiglio Nazionale dell’Ordine a denunciare, ancora una volta, con un documento la grave situazione nella quale sono coinvolti centinaia di colleghi colpiti da querele per diffamazione, troppo spesso intimidatorie e strumentali, con l’evidente obiettivo di ostacolare la loro attività, che è garanzia di libera circolazione di notizie e del diritto dei cittadini ad avere un’informazione libera.
Il Consiglio chiedeva che venissero applicate le norme europee sulla libertà di stampa che non consentono l’incarcerazione dei giornalisti per reati di diffamazione.
“La mancata applicazione di queste norme – recitava il documento – ha già determinato gravi accuse all’Italia (ultima, in ordine di tempo, quella relativa a Maurizio Belpietro) e, in non pochi casi, anche condanne a risarcimenti. La Corte europea ha, infatti, stabilito che, nelle cause civili (sempre più spesso preferite a quelle penali), i risarcimenti che non tengano conto della situazione economica del giornalista diventano di fatto una limitazione del suo dovere di informare i cittadini”.
Con l’arresto di Gangemi è l’Italia che precipita sempre più in basso in materia di libertà di informazione.
Cosimo Bruno
Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti
Presidente Circolo della Stampa Pollino Sibaritide