David Randall al Festival di Internazionale a Ferrara: “La professione in Italia resta difficile anche a causa del nepotismo”

Tre regole d’oro per “un giornalista quasi perfetto”

David Randall

FERRARA – La professione giornalistica vive da alcuni anni una profonda mutazione, che ancora non si è completata e che presenta anche aspetti preoccupanti. Ma David Randall, giornalista britannico autore di diversi libri e manuali per aspiranti cronisti, continua a credere in questo mestiere e, dal Festival di Internazionale a Ferrara, ricorda le sue tre regole d’oro per essere “un giornalista quasi perfetto”.
“Primo: bisogna leggere. Non si può essere un bravo scrittore – ci ha detto – se non si legge con costanza tutto quello che ti capita tra le mani. Le seconda cosa è una grande determinazione, ma la terza e più importante qualità è l’applicazione dell’intelligenza all’argomento trattato. Non si tratta solo di fare ricerche e scrivere bene, bensì di proporre interpretazioni diverse”.
Randall si dichiara favorevole alle nuove tecnologie, anche se non nasconde la propria preoccupazione per il futuro dei quotidiani, che al momento resta quantomeno nebuloso.
Inoltre, l’accesso alla professione, soprattutto in Italia, resta difficile, anche a causa di una mai sanata vocazione al nepotismo. Ma un modo per aggirare il problema, secondo Randall c’è, e proprio su questo ha tenuto il suo consueto seminario durante il Festival.
“Quest’anno – ci ha spiegato – il workshop era intitolato «Come fare il giornalista o lo scrittore in un mondo dove non c’è lavoro». Uno degli argomenti su cui abbiamo lavorato di più con i giovani sono gli ebook. Io suggerisco di usare le tecnologie al tuo servizio e non contro di te: ci sono tanti modi per lavorare come giornalista oggi”. E il messaggio finale di David Randall è chiaro: “Ecco qua il mondo: è un posto interessante, andate fuori e fate i giornalisti”. (TMNews)

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