Consegnato a Caulonia Marina in occasione della sesta edizione dedicata dall’omonima fondazione al tema “Pace e Diritti”

Al giornalista Fabrizio Gatti il “Premio Frammartino 2013”

Fabrizio Gatti

CAULONIA MARINA (Reggio Calabria) – Il giornalista Fabrizio Gatti ha ricevuto il Premio Angelo Frammartino 2013 che l’omonima fondazione ha dedicato, quest’anno, al tema “Pace e Diritti”.
Nel corso della cerimonia di premiazione della sesta edizione, svoltasi nello spazio verde della villa “Angelo Frammartino” di Caulonia Marina, gli organizzatori hanno spiegato che il premio è stato conferito a Fabrizio Gatti “da anni impegnato nell’illuminare, con il suo lavoro, le troppe zone d’ombra accanto a noi in cui viene di fatto sospeso il riconoscimento dei Diritti Umani fondamentali”.
“Siamo, infatti, convinti – è scritto nella motivazione – che qualunque impegno civile non possa prescindere dal mettere al centro le persone, la loro richiesta di felicità di cui i diritti sono espressione. L’attualità ci sollecita continuamente ad una riflessione approfondita e condivisa sul tema del riconoscimento dei diritti oggi, anche nel nostro paese. E’ una responsabilità personale e collettiva alla quale non vogliamo sottrarci.
Fabrizio Gatti ha scritto libri ed ha condotto inchieste in condizioni difficili e pericolose per la sua vita, ha compiuto viaggi in tanti continenti assumendo i panni degli ultimi della terra, i clandestini e  i rifugiati che sono gli schiavi dell’età moderna”.
Nato a Carate Brianza (Milano) il 9 marzo 1966, Fabrizio Gatti è giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lombardia dal 18 gennaio 1993. Lavora per il Corriere della Sera e, dal 2004, per “L’Espresso”. Nel 2006 ha ricevuto, a Bruxelles, il “Journalist Award ” e nel 2007 il Premio “Giuseppe Fava” per le sue inchieste sui clandestini di Lampedusa e sugli sfruttati nei campi di Puglia. Nel 2008, a Udine, gli è stato inoltre conferito il premio letterario internazionale “Tiziano Terzani” per il libro “Bilal – Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi”.
Il 9 ottobre 2009 il settimanale “L’Espresso” ha pubblicato nell’edizione on line il servizio “L’amico Isaias” sui rapporti economici tra Italia ed Eritrea: nel silenzio dei media la dittatura di Isaias Afewerki, che dal 1993 ha vietato la libertà di stampa, fa affari d’oro con tante imprese italiane sfruttando la schiavitù, le torture e i genocidi del popolo eritreo.
Nell’aprile 2013 è stato sequestrato e minacciato di morte dal vicepresidente di Confindustria della provincia di Monza e Brianza, Mario Barzaghi, a cui aveva rivolto delle domande in merito ai suoi presunti rapporti con una società facente affari con i Casalesi.

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