ROMA – I lavoratori de “l’Unità”, dopo diversi infruttuosi tentativi, si appellano al Pd perché ristabilisca i loro più elementari diritti: attualmente, i collaboratori della testata fondata da Antonio Gramsci si vedono privati di sette mensilità delle loro retribuzioni che l’azienda pare non aver alcuna intenzione di saldare. Si parla di cifre che, per ogni collaboratore, arrivano fino a 9.000 euro.
L’ultimo pagamento, si legge nella nota diffusa dal coordinamento dei collaboratori del giornale, è avvenuto a maggio e riguardava il mese di novembre 2012. Da tre mesi, quindi, i collaboratori non ricevono nessun pagamento, nonostante quotidiane sollecitazioni all’azienda e all’amministratore delegato Fabrizio Meli.
In più le redazioni di Bologna e Firenze hanno chiuso le cronache, quindi diversi collaboratori si ritrovano senza lavoro e in più con un credito di migliaia di euro, mentre sembra sempre più lontano un rilancio della testata.
“Chiediamo con forza – scrivono – al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a tutti i parlamentari Pd e a tutti i dirigenti Pd di porre fine a questa vergogna. Non riteniamo possibile che il Pd stia a guardare mentre un’azienda di cui è azionista affama i suoi lavoratori e nega loro il diritto basilare e imprescindibile della retribuzione del lavoro svolto”.
“Chiediamo che il partito si attivi immediatamente affinché vengano saldati i debiti che la società Nie ha nei confronti dei collaboratori. Un partito che fa dei propri valori fondanti la difesa del lavoro non può permettere che proprio un’azienda di cui è azionista calpesti in modo così plateale i suoi lavoratori”, si legge nella nota.
“Se non avremmo delle risposte celeri e non ci sarà una pronta risoluzione della vicenda, nostro malgrado e con rammarico, saremo costretti a concludere che il Pd non ha interesse a difendere i diritti dei suoi stessi lavoratori, lavoratori che operano proprio in una delle realtà più vicine al partito che ha vincoli di azionariato e di vicinanza politica con la testata. Sarebbe un comportamento vergognoso che siamo sicuri il Pd non vorrà mettere in pratica”, conclude il coordinamento dei collaboratori del “l’Unità”. (Asca)
L’ultimo pagamento, si legge nella nota diffusa dal coordinamento dei collaboratori del giornale, è avvenuto a maggio e riguardava il mese di novembre 2012. Da tre mesi, quindi, i collaboratori non ricevono nessun pagamento, nonostante quotidiane sollecitazioni all’azienda e all’amministratore delegato Fabrizio Meli.
In più le redazioni di Bologna e Firenze hanno chiuso le cronache, quindi diversi collaboratori si ritrovano senza lavoro e in più con un credito di migliaia di euro, mentre sembra sempre più lontano un rilancio della testata.
“Chiediamo con forza – scrivono – al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a tutti i parlamentari Pd e a tutti i dirigenti Pd di porre fine a questa vergogna. Non riteniamo possibile che il Pd stia a guardare mentre un’azienda di cui è azionista affama i suoi lavoratori e nega loro il diritto basilare e imprescindibile della retribuzione del lavoro svolto”.
“Chiediamo che il partito si attivi immediatamente affinché vengano saldati i debiti che la società Nie ha nei confronti dei collaboratori. Un partito che fa dei propri valori fondanti la difesa del lavoro non può permettere che proprio un’azienda di cui è azionista calpesti in modo così plateale i suoi lavoratori”, si legge nella nota.
“Se non avremmo delle risposte celeri e non ci sarà una pronta risoluzione della vicenda, nostro malgrado e con rammarico, saremo costretti a concludere che il Pd non ha interesse a difendere i diritti dei suoi stessi lavoratori, lavoratori che operano proprio in una delle realtà più vicine al partito che ha vincoli di azionariato e di vicinanza politica con la testata. Sarebbe un comportamento vergognoso che siamo sicuri il Pd non vorrà mettere in pratica”, conclude il coordinamento dei collaboratori del “l’Unità”. (Asca)