Daniele Stefanini, 29 anni, freelance, dovrebbe rientrare oggi a Roma. “E’ stato un vero e proprio rastrellamento”, racconta

Turchia: rilasciato il fotografo livornese fermato a Istanbul

Daniele Stefanini fermato dalla Polizia turca

ROMA – E’ stato rilasciato Daniele Stefanini, 29 anni, il fotografo freelance livornese, picchiato e fermato durante gli incidenti di domenica scorsa a Istanbul. E’ quanto riferisce la sorella di Stefanini, Alessia, spiegando che è stato lo stesso Daniele a telefonare la notte scorsa ai familiari a Livorno per informarli. La notizia del rilascio viene confermata dalla Farnesina. Stefanini, riferisce sempre la sorella, dovrebbe rientrare questo pomeriggio a Roma.
Un lungo post su facebook per ringraziare le “splendide e umane persone” a cui deve la sua liberazione tra cui “un ufficiale di polizia umano”, per spiegare che “é stato un vero e proprio rastrellamento” e per dire che non è “stato ferito, ho preso sì tante mazzate, ma i feriti seri sono altri”.
A scrivere è Daniele Stefanini, il fotografo fermato a Istanbul e rilasciato la notte scorsa. Tra i destinatari dei ringraziamenti per la sua liberazione ci sono “Mehmet Seyfeddin Pence (un ufficiale di polizia umano)” e gli avvocati Hukuk Burosu, Sermin Akbulut, Ugur Altinarik, Zeynep Cankan Ergunay.
Stefanini ringrazia poi “Martina Castigliani del Fatto che è stata la prima ad attivarsi dopo il mio SOS ‘chiama ambasciata” e “i migliori colleghi di sempre per il sit-in davanti all’ambasciata turca (siete bellissimi in foto); quelli che neanche conosco e che sono stati in ansia per me; quelli che mi conoscono e che mi hanno maledetto per la mia incurabile incoscienza”, “i compagni e le compagne di piazza Taksim, a loro va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà”.
Stefanini rivolge poi il suo pensiero “a chi come me, preso in stato di fermo, è ancora in questura a mangiare pane e marmellatine”. Domani “incontreranno il Procuratore, ha pochissime prove, il capo di accusa è per tutti (circa 500 fermi in un giorno) uno, quello di resistenza a pubblico ufficiale e lancio di bottiglie, bastoni, pietre, biglie di vetro con la fionda, carote e bambole. (Poi mi devono spiegare come non si fa a non resistere a un pubblico ufficiale che ti prende ti sbatte al muro, ti pesta, ti mette i gomiti in bocca, ti schiaffeggia ti umilia… per loro il termine resistenza ha un accezione negativa). E’ stato un vero e proprio rastrellamento”. Infine due rettifiche, una per spiegare che non è stato ferito, annunciando che “a breve posterò le foto” di chi lo é stato realmente: “Vertebre schiacciate, nasi rotti, occhi tumefatti, etc”.
L’altra per dire che non è “stato trovato in terra da chi sa chi e portato in qualche ospedale chi sa dove, ma come tutti i ragazzi fermati sono stato trasportato via in pullman fino alla stazione di polizia dove un po’ per necessità un po’ perché non volevo rifinire direttamente caldo caldo in un posto a me ignoto, ho recitato la parte del moribondo (tanto tale ero) e così mi ci hanno trasportato in macchina tre poliziotti. Basta così. Vedo che è stato detto anche troppo.. io sono solo uno come tanti che crede in quello che fa, forse troppo. Ps: ah, ovviamente la D700 è ormai un ricordo e ‘un c’ho’ nemmeno una foto dell’ultimo giorno, bravo eh!”. (Ansa)

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