Fnsi: “Un azzardo devastante e immorale. Dalla famiglia Berlusconi la compravendita di redattori come fossero calciatori”

Il Giornale vende i giornalisti e la redazione di Genova!

GENOVA – Con una iniziativa che non ha precedenti nella storia dell’editoria italiana, la Società europea di edizioni (che edita “Il Giornale”)  ha deciso di cedere come ramo di azienda la redazione di Genova.
Una scelta offensiva nei confronti dei giornalisti che vengono ceduti al migliore offerente come comune merce di scambio, senza tenere in alcun conto le professionalità e l’apporto che in questi anni i colleghi di Genova hanno dato alla testata. La Fnsi e le associazioni di stampa Lombarda e Ligure hanno contestato la decisione della società perché illegittima, fuori dal contratto, e perché punta a creare un precedente unilaterale rispetto alla natura e sostanza regolatrice (anche in termini di correttezza del mercato) del contratto nazionale di lavoro giornalistico, in ordine a organizzazione d’impresa e ruolo delle redazioni.
La redazione di Genova, infatti, opera sullo stesso sistema editoriale delle redazioni di Milano e Roma, risponde allo stesso ufficio centrale e allo stesso direttore, viene gestita da Milano e non ha alcuna autonomia funzionale, economica e amministrativa, e le pagine che produce vengono chiuse dalla redazione centrale.
La See che cede l’intera redazione di Genova, parte integrante della struttura redazionale centrale che opera a Milano, agisce sotto l’egida della proprietà della famiglia Berlusconi che tratta la compravendita di giornalisti come fossero calciatori, in spregio della morale sociale e pubblica, di prassi consolidate, della centralità della redazione giornalistica cementata da cento anni di contratto, e dell’idea stessa di giornale intesa come opera di un laboratorio intellettuale collettivo.
La Società europa di edizioni – che in passato ha già usufruito degli ammortizzatori sociali per due stati di crisi che hanno interessato le redazioni di Milano, Roma e la stessa Genova – ha condotto una trattativa che non ha portato al tavolo del confronto alcuna apertura sui criteri di cessione della redazione di Genova, rifiutandosi alla fine di firmare – come prassi, buon senso e rispetto della parte sindacale avrebbero richiesto – il canonico verbale di non accordo.
La Fnsi sosterrà con forza le ragioni dei colleghi della redazione di Genova, assistendoli nelle azioni di legge che verranno intraprese per opporsi ad un’operazione economica finora non delineatasi in tutti i dettagli, che potrebbe celare, dietro la dizione di cessione di ramo d’azienda (mai usata finora nel settore dei quotidiani, impraticabile a nostro avviso per una redazione), un tentativo di licenziamento senza alcuna valida motivazione.

Un commento:

  1. Carlo Maria Giorgio

    La redazione genovese del Giornale ha rappresentato per moltissimi anni un punto di riferimento per chi non era disposto più a leggere il tradizionale quotidiano locale che, dagli anni di Piero Ottone, non era più sulla stessa linea dei Direttori precedenti.
    Alla nascita della redazione genovese molti lettori avevano trovato un nuovo e leale punto di riferimento. Purtroppo, da circa un decennio, la nuova redazione non ha più sposato le aspettative di molti lettori, e sorprendentemente, è andata avanti alla meno peggio, fra ambiguità, interessi di corpo, disinteresse verso verso chi denunciava i numerosi soprusi della sinistra, adulazioni di falsi miti ed auto-adulazioni.
    In tutta franchezza, non mi meraviglia la decisione della Proprietà, anche se penso che autorevoli giornalisti non troveranno difficoltà ad accasarsi da altre parti.

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