MILANO – Nell’aumento di capitale Rcs “i mezzi finanziari raccolti saranno indirizzati al perseguimento degli obiettivi del piano per lo sviluppo. Con tale finalità parte di essi saranno destinati, unitamente al nuovo finanziamento di euro 575 milioni, ad estinguere i debiti in scadenza nei confronti delle banche”.
E’ quanto si legge nella relazione illustrativa sull’assemblea del Cda Rcs. E’ la prima volta che, tra i documenti sull’aumento, si trova scritto che in parte andrà anche a rimborsare le banche.
Il tema dell’utilizzo dei mezzi raccolti con l’aumento di capitale Rcs – fino a 500 milioni quest’estate, 400 milioni dei quali ordinari, altri 100 su azioni risparmio – non è in realtà nuovo, per quanto, appunto, si trovi ora, per la prima volta, “nero su bianco” tra i documenti dell’operazione.
Si tratta, infatti, di uno dei temi di insoddisfazione più spesso sollevati dai soci contrari all’operazione (a vario titolo), assieme a quello dei termini riconosciuti alle banche nella rinegoziazione del debito (segnatamente gli interessi, ritenuti però “congrui” dagli esperti indipendenti interpellati dalla società).
A questo fronte vengono ascritte in particolare le posizioni dell’azionista fuori patto Diego Della Valle e, tra i soci del sindacato di blocco, di Paolo Merloni, ma i malumori sul tema sono parsi più trasversali. Al riguardo, va detto che non è ancora chiaro come e quando (comunque prima dell’assemblea) possano aprirsi degli spiragli per riaprire accordi già siglati.
Ma, da quanto si apprende da fonti finanziarie, è da qui e dalla distanza ravvisata da alcuni tra la posizione delle banche e quella degli altri soci che è atteso si apra una mediazione per allargare il più possibile la base del consenso sull’operazione, come pure delle adesioni.
Il gruppo di sei banche creditrici aveva firmato il 13 aprile un finanziamento a Rcs a medio lungo termine di complessivi 575 milioni di euro, composto da tre linee di credito (200 milioni a tre anni, rimborsabile con i proventi delle dismissioni; 275 milioni a cinque anni con un preammortamento di tre anni; e una linea di credito revolving di 100 milioni a cinque anni).
Rcs ha in scadenza al 24 novembre prossimo 300 milioni verso Intesa, 200 milioni verso Ubi e 100 milioni verso Unicredit. Il 31 dicembre sono poi in scadenza altri 75 milioni dovuti alla Bpm.
L’anno prossimo con diverse date figurano poi in scadenza altri 50 milioni di Ubi e 75 milioni di Bnl (Bnp Paribas). Una linea di 50 milioni concessa da Mediobanca in scadenza nel 2017 attualmente non è stata utilizzata. (Ansa)