Anselmi: “La partita non è persa, chi governerà dovrà aiutarci”. Peluffo: “Siamo il Paese con il contributo più basso all’editoria”

Carta, la filiera in caduta libera: – 7,9% nel 2012

Giulio Anselmi

Paolo Peluffo

ROMA – Il 2012 ha visto comprimersi ancora, rispetto agli anni precedenti, il fatturato della filiera della carta, sceso del 7,9% sul 2011, molto più della media dell’industria italiana (-4,5%) e al minimo annuo dal 2000.
La situazione economica della filiera della carta del nostro paese è stata illustrata nel corso del convegno “Carta & Web: l’integrazione tra scelte strategiche e tecnologiche”, in corso a Roma presso palazzo Giustiniani, e commentata, tra gli altri dal sottosegretario di Stato con delega all’editoria, Paolo Peluffo, e dal presidente della Fieg, Giulio Anselmi.
Osservando l’andamento di questo comparto dal 2003 al 2012, si evidenzia una costante discesa del fatturato, arrivato a poco meno di 33 miliardi di euro; come anche delle vendite interne, calate di quasi 10 miliardi di euro, da 32 a 23 miliardi, e del numero di addetti, passati da oltre 259mila a poco meno di 213mila.
Gli attuali 213mila addetti della filiera nel 2012 rappresentano il 5% dell’occupazione manifatturiera complessiva, e ad essi vanno aggiunti i 527mila addetti dell’indotto.
Sebbene si tratti di un settore a forte vocazione nazionale, la filiera ha visto migliorare le proprie perfomance sia di export che di import, facendo rilevare un saldo positivo e costantemente crescente della bilancia commerciale passato da 1,8 a oltre 3,7 miliardi di euro dal 2002 al 2012, ottenuto attraverso la stabilizzazione delle importazioni a fronte di una crescita dell’export di filiera.
La stampa, una delle due principali anime della filiera della carta, ha visto un progressivo peggioramento della propria condizione per due ragioni. Da un lato, a causa della crisi economica, che ha provocato una riduzione progressiva della capacità di spesa delle famiglie (in un paese in cui si legge già molto poco); dall’altro, per via di una pressione fiscale molto elevata che non favorisce gli investimenti.
Ciononostante, ha sottolineato il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, nell’ambito della stampa, “la carta continua a rappresentare il 90% dei ricavi. Dunque – ha proseguito – sebbene l’editoria abbia registrato, nel 2012, dati negativi per il quinto anno consecutivo e sebbene il web rappresenti il nostro interlocutore naturale, la partita della carta non è ancora persa. Chi governerà – secondo Anselmi – non dovrà fare regali alla filiera della carta e all’editoria ma aiutarci e accompagnarci in questa transizione che dovrà avvenire all’insegna dell’integrazione e in nome della qualità. La mia unica preoccupazione – ha aggiunto in conclusione – che è anche un auspicio è che da domani arrivi un interlocutore che consideri l’informazione un bene comune per il nostro Paese”.
Tre sono dunque le proposte, sottoscritte da tutte le sigle del settore, per permettere la ripresa della filiera. In primo luogo, incentivi all’innovazione con il rifinanziamento del credito agevolato per le imprese della filiera, attraverso strumenti già esistenti opportunamente aggiornati, e con il credito d’imposta a favore delle imprese per gli investimenti in beni strutturali e in aggiornamento professionale.
In secondo luogo, è necessario promuovere la lettura attraverso la detassazione della spesa per l’acquisto di libri e abbonamenti a quotidiani e periodici, soprattutto se sottoscritti da giovani. Necessarie, infine, misure anticongiunturali, come il credito d’imposta per l’acquisto della carta da parte delle imprese editrici e stampatrici e per le imprese e i lavoratori autonomi.
“Il livello attuale dei finanziamenti all’editoria è ampiamente insufficiente, soprattutto rispetto alla trasformazione in atto. Dunque, va trovata una qualche soluzione finanziaria”.
Lo ha sostenuto il sottosegretario di Stato con delega all’editoria, Paolo Peluffo, intervenendo al convegno “Carta & Web: l’integrazione tra scelte strategiche e tecnologiche”, tenutosi questa mattina a Roma.
Peluffo ha ricordato che in cinque anni i finanziamenti all’editoria italiana sono scesi da circa 700 milioni a 150 milioni.
“Siamo dunque il Paese europeo – ha constatato – con il contributo più modesto alla propria editoria. Siamo però anche un Paese che legge poco nonostante i livelli dell’Iva agevolata per l’acquisto dei libri siano adeguati e dimostrino la giusta considerazione in cui vengono tenute la lettura e la cultura”.
Il sottosegretario ha infine sottolineato come la nuova legge sull’editoria miri a gestire “in modo migliore e piu’ trasparente le poche risorse a disposizione”. (Agi)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *