A consegnarglielo stamane il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, “per il complesso della sua attività giornalistica”

Riconoscimento alla carriera del giornalista Filippo Veltri

Il sindaco Occhiuto premia Filippo Veltri

COSENZA – Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha consegnato oggi pomeriggio al giornalista e scrittore cosentino Filippo Veltri un riconoscimento speciale “per il complesso – è detto in una nota del Comune – della sua attività giornalistica, contrassegnata da una significativa passione civile, esplicitata anche con apprezzatissimi libri”.
La consegna del riconoscimento è avvenuta nell’ambito di unaseduta della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta per l’occasione dalla Vice Presidente Maria Lucente, in sostituzione del Presidente Claudio Nigro, trattenuto altrove da impegni professionali.
All’incontro con Filippo Veltri, per più di 25 anni giornalista dell’Agenzia Ansa, di cui è stato negli ultimi dodici anni, prima di andare in pensione, responsabile della sede della Calabria, ha preso parte, tra gli altri, anche il presidente del Consiglio comunale, Luca Morrone.
“Sono tanti – ha detto il sindaco Occhiuto – i calabresi in giro per il mondo che hanno dato un contributo notevole allo sviluppo della scienza, delle arti e degli altri settori del sapere umano. Evidentemente un motivo c’é e risiede nel fatto che, come calabresi, siamo portatori di eccellenze che fanno parte del nostro Dna. Ma ci sono anche tanti calabresi che sono coraggiosamente rimasti qui, non disdegnando di dare il medesimo contributo. L’Amministrazione comunale, attraverso la Commissione cultura, sta dando il segno tangibile che il Comune é la casa di tutti e che chiunque può avvicinarvisi ed esservi accolto, senza preclusione alcuna o retropensieri. La Commissione cultura sta svolgendo un ottimo lavoro, autodeterminandosi autonomamente di volta in volta sulle scelteda compiere. Questo è un modo positivo di fare politica, utile a stimolare la crescita dei nostri luoghi e delle nostre eccellenze”.
“Filippo Veltri – ha aggiunto Occhiuto – è una di quelle eccellenze che sono rimaste qui in Calabria e che non hanno rinunciato a dare un contributo importante allo sviluppo della nostra terra. In lui coesistono, come valore aggiunto, qualità professionali ed umane indiscutibili. Grandezza d’animo e capacità professionali che avrebbero potuto schiudergli ogni successo anche lontano dalla Calabria. Per tutte queste ragioni intendiamo ringraziarlo”.
La seduta della Commissione cultura era stata aperta dall’intervento di Maria Lucente che ha ripercorso le tappe piùimportanti dell’attività giornalistica di Veltri, dagli inizi, nel 1972, al “Giornale di Calabria” diretto da Luca Morrone “autentica fucina – ha detto la Lucente – di esperienze e professionalità”, ai tantissimi premi conferitigli, dal Premio Crotone per il giornalismo, nel 2003, al Premio “Lo Sardo” di Cetraro nel 2006 per il suo impegno contro la ‘ndrangheta, al Premio “Gerbera Gialla” di Reggio Calabria, nel 2008, per le sue attività culturali e professionali a favore della legalità.
Prendendo a prestito un’espressione spesso adoperata da Pasquino Crupi, intellettuale e tra i maggiori studiosi della cultura meridionale e calabrese, Maria Lucente ha sottolineato come tra i grandi meriti culturali ed antropologici del giornalista cosentino ci sia “quello di raccontare una Calabria normale. Veltri – ha aggiunto – opera una lettura della Calabria organica, dispiegata attraverso i suoi articoli, le sue analisie le sue riflessioni, in una coerente rete interpretativa che hacome nucleo centrale una presa di coscienza dolente e amara”.
Mutuando un’altra espressione di Crupi, Maria Lucente ha concluso il suo intervento definendo Filippo Veltri “una palma solitaria nel deserto del Mezzogiorno, un intellettuale militante che racconta la sua terra con onestà, serietà ecoraggio, senza ostentazione”.
Durante la seduta è intervenuto anche il consigliere comunale Mimmo Frammartino che ha ricordato il ruolo propulsivo della commissione cultura e, a proposito di Filippo Veltri, l’arricchimento derivato dalla possibilità di discutere con una personalità che ha sviluppato un’intensa attività nella conoscenza e nell’approfondimento di tematiche di ampio respiro come il fenomeno mafioso, la criminalità organizzata e il dirompente impatto esercitato sulla società civile.
Filippo Veltri si è detto commosso “perché occasioni delgenere rappresentano un segno di riconoscibilità di quello chesi fa”. Il giornalista ha poi ricordato di essere nato a Cosenza e di essere stato unito in matrimonio proprio in Municipio. “Qui – ha aggiunto – ho ricevuto il Premio Sila nel ‘92 per il libro ‘Lettere a San Luca’, un scritto subito dopo il conflitto a fuoco, a Luino nel gennaio del 1990, in cui caddero i presunti rapitori di Antonella Dellea, il cui sequestro vennesventato dai carabinieri”.
In quei giorni a San Luca cominciarono ad essere recapitate le lettere della vergogna, piene di odio nei confronti deipresunti sequestratori-‘ndranghetisti.
“E’ questo – ha detto Veltri – il mio libro più coraggioso perché, in assoluta solitudine, affiancato in Parlamento soltanto da Giacomo Mancini, ingaggiai una battaglia chiedendo perché sui fatti di Luino non si facesse piena luce. Erano i prodromi del fenomeno leghista”.
Veltri, 21 anni dopo “Lettere a San Luca”, è tornato sul volto dolente della Calabria, con una raccolta dei suoi migliori articoli propostagli da Franco Arcidiaco, editore della reggina Città del Sole. Ne è venuto fuori un romanzo, “La Calabria dolente”, che racconta la nostraregione senza neanche seguire la cronologia degli articoli che compongono la raccolta. E quella tratteggiata da Veltri è ancora una terra “che soffre – dice il giornalista – per l’imperare del fenomeno mafioso, come per le questioni economiche e della disoccupazione, ma anche per una malapolitica che si fa fatica a debellare perché, tranne qualche eccezione, non sa interpretare le parti migliori di questa terra e di questa società”. (Ansa)

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