La nascita di 4 testate indipendenti in Myanmar rilancia tra gli internauti cinesi la voglia di liberarsi dalla censura

In Birmania 4 nuovi quotidiani. La Cina: “E noi?”

PECHINO (Cina) – La nascita, ieri in Birmania, di quattro quotidiani indipendenti dal governo ha avuto una vasta eco tra i “navigatori cinesi” di Internet. Molti di loro si sono chiesti polemicamente quando anche la Cina deciderà di allentare la morsa della censura.
“Cosa aspettiamo, che lo faccia prima la Corea del Nord?”, si domanda uno, mentre un altro si limita a chiedere: “E il nostro turno, quando arriva?”.
“Vediamo ora se il Myanmar (nome ufficiale della Birmania) cadrà nella violenza e nel caos…”, scrive un terzo “internauta”, rifacendosi ad un discorso tenuto l’anno scorso dall’allora presidente Hu Jintao. Parlando ad una platea di dirigenti comunisti, Hu aveva affermato che la Cina non deve tornare “sulla vecchia strada della chiusura e della rigidità”, ma non deve neanche avviarsi sul “maligno sentiero della rinuncia alla bandiera”, vale a dire ad una maggiore apertura anche verso chi critica il sistema a partito unico.
La Costituzione cinese garantisce la libertà di espressione ma nella realtà tutti i giornali sono sottoposti al controllo della censura. Ogni giorno il Dipartimento per la propaganda del Partito manda le sue direttive ai giornali e chi non le rispetta viene punito, spesso severamente. Tra questi il giornalista Shi Tao, che sta scontando una condanna a dieci per aver diffuso su Internet uno dei comunicati della censura. (Ansa)

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