Già presidente dell’Assostampa Sarda e nel Cda della Casagit, aveva 75 anni. Il ricordo di Daniele Cerrato e Franco Siddi

Addio al giornalista Gino Zasso, “faro” della professione

Gino Zasso

CAGLIARI – E’ morto oggi, dopo una lunga malattia, il giornalista professionista Gino Zasso. Nato a La Maddalena il 25 agosto 1937, era iscritto all’Ordine della Sardegna dal 20 maggio 1976. Laureato in giurisprudenza, ha insegnato nella scuola media prima di intraprendere la professione giornalistica con la testata Tuttoquotidiano.
Dopo alcune esperienze in varie testate, tra cui “L’Altro Giornale” e “Videolina”, è diventato caposervizio della Nuova Sardegna nella redazione di Cagliari e, per trent’anni, corrispondente del Corriere della Sera dal capoluogo dell’isola.
Sempre al fianco dei colleghi, a difesa della professione giornalistica, è stato presidente dell’Associazione Stampa Sarda dal 1983 al 1985, consigliere nazionale della Fnsi  e consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti. Attualmente era componente del Collegio dei revisori dei conti dell’Odg sardo e proboviro dell’Assostampa.
Zasso è stato, inoltre, uno dei pionieri della Casagit, la Cassa di Assistenza dei Giornalisti Italiani.  Fiduciario Casagit per la Sardegna dal 1981 al 1990, è stato consigliere d’amministrazione dal 1990 al 2009. Il presidente della Casagit, Daniele Cerrato, ricordandolo, infatti, come “un uomo forte e appassionato del mondo dell’informazione”, sottolinea che con lui “se ne va un pezzo importante di una storia fatta di sindacato e lungimiranza, di quando il mondo dei giornalisti, oggi sotto attacco per continui stati di crisi editoriali, costruiva con pazienza una stabilità che era anche tutela della dignità della professione e della stessa libertà di informare. Il mio ricordo personale di Gino Zasso – conclude Cerrato – è questo: un uomo forte, schietto e anche il maestro del mio esame professionale. Aneddoto che raccontava spesso sorridendo e con una punta di orgoglio che mi riempiva di felicità”.
Ad esprimere il cordoglio della Federazione Nazionale Stampa Italiana è il segretario generale e suo conterraneo, Franco Siddi, evidenziando che “la morte di Gino Zasso è un lutto per il giornalismo sardo e italiano, per gli Istituti di categoria, che si aggiunge a quello della famiglia, vitale e impegnata quanto lui verso la professione e verso una tensione sociale non comune”.
“Perdiamo – afferma Siddi – un collega generoso e schietto, forte e netto nelle scelte professionali come in quelle sindacali e negli istituti di servizio dei giornalisti, orientate al rigore e al primato delle notizie. Perdiamo un professionista che si è fatto valere partendo dal basso, dalle corrispondenze dell’isola La Maddalena, al cronista di Tutto Quotidiano, al capo cronista dell’Altro Giornale e poi della Nuova Sardegna a Cagliari, al corrispondente del Corriere della Sera”.
“Perdo anche personalmente – sottolinea Franco Siddi – il «mio» capo cronista, il presidente dell’Associazione regionale di stampa della Sardegna, il fiduciario e consigliere di amministrazione della Casagit, con il quale ci siamo trovati a dipanare dubbi e a dispiegare energie nel filo di una linea da lui seguita per tenere insieme professione, doveri sociali, valori degli organismi associativi e di assistenza della categoria”.
“I giornalisti, con Gino Zasso – afferma il segretario della Fnsi – perdono un amico prezioso, un uomo intelligente, dedito a portare in chiaro le cose, poco o nulla amante di linguaggi paludati. Una forza della natura, dispiegata senza riserve all’insegna del motto di una vita da prendere com’è e piegarla alla migliore condizione possibile finchè vita c’è, anche a costo di sfidare qualsiasi disposizione, medica o altro, che potesse intaccarne filosofia e modo di vivere con se stesso, con la famiglia, con i colleghi e con gli amici”.
“Fino all’ultimo – conclude Franco Siddi –  Zasso si è ribellato alle ingiustizie, anche a quelle di un male che, a 75 anni, gli ha spezzato la vita. Con tutta la Fnsi, di cui è stato consigliere nazionale, con l’Associazione della Stampa Sarda, l’Ussi, l’Ordine della Sardegna, la Casagit, che lo ha visto pioniere e protagonista di innovazione, lo ricordiamo con affetto e rimpianto. Alla signora Maria Antonietta, ai figli Giulio e Marcello, amici e colleghi giornalisti anch’essi, e Claudio le più sentite condoglianze”.
“Gino Zasso – ricorda, infine, l’Associazione della Stampa Sarda – era un grande giornalista e un uomo giusto e generoso. La sua scomparsa, fonte di immensa tristezza, lascia un vuoto profondo nel giornalismo sardo. Il suo impegno per un’informazione libera e indipendente da qualunque condizionamento resterà un esempio per tutti”.
Sottolineando che “il giornalismo, dopo la famiglia, è stata la grande passione della sua vita”, l’Assostampa presieduta da Francesco Birocchi ricorda che “gli ostacoli non ne hanno mai fiaccato la straordinaria forza d’animo. Fu tra i promotori della cooperativa che proseguì in autogestione le pubblicazioni di Tuttoquotidiano, dopo il fallimento della società editrice. Poi, alla Nuova Sardegna, è stato collega leale e maestro prezioso per molti giovani colleghi. Corrispondente del Corriere della Sera, ha raccontato con rigore la Sardegna al resto d’Italia”.
“Severo con se stesso e sempre disponibile per gli altri – conclude l’Assostampa – si è impegnato con energia ed entusiasmo nel sindacato dei giornalisti, come presidente e proboviro dell’Associazione della stampa sarda e consigliere di amministrazione della Casagit.

 E’ stato con saggezza e rettitudine un punto di riferimento costante per il giornalismo sardo”.
Profondo cordoglio è stato, infine, espresso dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, presieduto da Filippo Peretti.

Un commento:

  1. Pasquale de Simone

    Esattamente 10 anni fa condivisi con Gino Zasso l’esperienza di componente della commissione per gli esami di idoneità professionale. Lo conobbi in quella occasione. In pochi mesi nacque tra noi un rapporto di amicizia e stima, oltre che di gioiosa complicità, nonostante appartenessimo a generazioni diverse. Era un uomo intelligente, brillante, di rara piacevolezza. Ci sentivamo ancora, periodicamente, e le nostre telefonate erano sempre all’insegna della cordialità e dell’affetto mai scalfiti dalla lontananza e dalla mancanza di frequentazione, com’è tipico dei rapporti autentici. Ho appreso con qualche mese di ritardo la notizia della sua scomparsa, che giudico ingiusta e prematura, e ne ho sofferto moltissimo. Porterò nel cuore il ricordo di un amico e collega straordinario, ma soprattutto di un amico dolcissimo.

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