ROMA – E’ morto stamattina in una clinica a Roma, al’età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico, per anni primatista mondiale dei 200 metri e giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 4 marzo 1994 (ndr). Da tempo lottava con un male incurabile.
Appresa la notizia della morte del campione Pietro Mennea, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l’allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. Mennea è stato primatista del mondo dei 200 metri dal 1979 al 1996.
Un minuto di silenzio sarà osservato questa sera allo stadio di Ginevra prima dell’amichevole di calcio Italia Brasile, per ricordare Pietro Mennea. Gli azzurri scenderanno poi in campo con il lutto al braccio, per commemorare il campionissimo dell’atletica.
Pietro Mennea, che è morto stamattina in una clinica romana, stroncato da un male incurabile, può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano.
Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996.
Soprannominato la “Freccia del sud’, tuttora detiene il primato europeo e italiano dei 200 metri. Nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d’oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani. Stamattina, però, ha perso la sua gara più importante. (Ansa)