Spintonato ad un convegno Pd a Reggio Calabria. Carlo Parisi e Pino Toscano: “Il lavoro del giornalista va sempre rispettato”

Nino Monteleone: “Rosy Bindi mi ha cacciato”

Nino Monteleone e Rosy Bindi stamane nell’aula “Giuditta Levato” del Consiglio Regionale della Calabria

REGGIO CALABRIA – Ad un convegno del Pd a Reggio Calabria con Rosy Bindi, l’inviato di “Report”, Antonino Monteleone, non è stato fatto entrare in sala e poi è stato “strattonato” per impedirgli di seguire il presidente dei “Democrat” per una breve intervista.
L’episodio (ripreso dal giornalista Luigi Palamara di MNews, ndr), ora sul sito del “Corriere.it”, sta scatenando non poche polemiche. Secondo quanto riferito dal giornalista della trasmissione di Milena Gabanelli, la Bindi avrebbe detto sin dall’inizio che non avrebbe iniziato a parlare sino a quando lui ed il suo operatore non fossero usciti dalla sala.
Di segno opposto la versione della parlamentare, per la quale l’incontro era a carattere privato. In ogni caso, tutti gli operatori tv erano stati allontanati dalla sala. Al termine del dibattito, Monteleone si avvicina alla Bindi facendole alcune domande senza ottenere risposta.
Nelle immagini si vede lui che segue la Bindi, mentre questa esce dalla sala attraverso una porta. Ma, nell’inseguimento, uno dei partecipanti sembra spingerlo. ”Ma cosa sta facendo, come si permette?”, gli grida Monteleone. ”Mi sei passato davanti”, è la risposta dell’uomo che prima gli dà uno schiaffetto in testa, poi si avvicina alla telecamera come per impedire le riprese.
Sulla vicenda è intervenuto il coordinatore del Pdl Grande Città di Reggio Calabria, Daniele Romeo, che ha espresso solidarietà a Monteleone ed al suo operatore “vittime – afferma – di una brutale aggressione”, mentre il presidente provinciale di Giovane Italia, Luigi Amato, si è detto ”profondamente indignato, come calabrese ancor prima che come esponente politico del Pdl” per quanto successo nella sala del Consiglio regionale dove ”Monteleone ed il suo operatore sono stati vittime di violenza ed inciviltà da parte degli intervenuti al convegno e senza che il grande testimone oculare, Bindi, impedisse che si consumassero azioni di pura aggressività materiale e verbale”.
Di tutt’altro avviso l’ufficio stampa di Rosy Bindi, secondo cui “come tutti possono vedere dal video, non c’è stata alcuna aggressione. C’è stato semmai un equivoco per il quale c’è rammarico. Era un seminario a porte chiuse tra tecnici e specialisti della sanità per fare il punto sul settore fuori della campagna elettorale, promosso dal Pd, ma non pubblicizzato come manifestazione elettorale, tant’è che non c’erano manifesti a Reggio.
Si è trattato di un’analisi della situazione della sanità calabrese, ma volutamente tenuta fuori dalla campagna elettorale”. Ai giornalisti che si sono presentati, per colpa dell’equivoco, è stato spiegato che si trattava di un appuntamento di partito non aperto al pubblico e che avrebbero ricevuto un comunicato successivamente. ”Loro – si aggiunge – ne hanno preso atto e sono usciti. Francamente non si capisce come una cosa nata da un disguido possa trasformarsi in una aggressione inesistente”. (Ansa)
Sulla vicenda, il segretario ed il vicesegretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi e Pino Toscano, nell’esprimere “solidarietà a Nino Monteleone, sottolineano che, al di là degli aspetti formali dell’episodio, il lavoro del giornalista va sempre rispettato, in virtù della sua finalità: garantire l’informazione ai cittadini”.

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