Paola Barbetti

Andrea Camporese (Inpgi e Adepp) e Marina Calderone (Cup)
ROMA – “In un paese dove un datore di lavoro paga il 114% in più del netto che dà al lavoratore, c’è qualcosa che non va, da cambiare’”. Marina Calderone, presidente del Comitato unitario permanente degli ordini professionali, assicura che i professionisti hanno ben chiaro il “cantiere delle riforme necessario per rimettere in carreggiata l’Italia”.
Torna il “Professional Day”, seconda edizione nazionale dell’orgoglio per gli oltre 2,3 milioni di iscritti ai 27 ordini professionali italiani, dai medici agli architetti, ai notai, commercialisti, consulenti del lavoro, ingegneri ecc.
La scadenza elettorale alle porte è l’occasione per i professionisti, consapevoli di pesare per il 15% del Pil, di presentare martedì prossimo, 19 febbraio, a Roma, il loro manifesto alla politica, “non solo con richieste, ma anche proposte”.
“Sono necessarie alleanze forti per dare stabilità al paese – dice Calderone – e i professionisti sono pronti a dare il loro contributo”. Patto con la politica e confronto, “coinvolgendo le professioni in termini di programmazione e confronto, cosa che finora è avvenuta poco e male”.
La crisi ha colpito pesantemente anche i professionisti, spiega il presidente dell’Adepp, l’associazione tra gli enti di previdenza privatizzati, Andrea Camporese: “Ciononostante, siamo di fronte a un’assenza preoccupante sia di politiche sia di misure di sostegno a favore dei professionisti italiani”.
Attraverso un proprio “Manifesto” l’Adepp mette in campo idee e anche investimenti, declinati su crescita, occupazione e sviluppo. Ieri Adepp ha, peraltro, incontrato il segretario del Pdl Angelino Alfano e il responsabile economico del Pd Stefano Fassina per illustrare loro i problemi su previdenza, welfare e autonomia.
Fatto saltare lo stereotipo che guarda ai professionisti come a un mondo di privilegi, l’agenda parte dalla volontà di costruire un percorso che dallo studente universitario passi per un lavoro che abbia tutele fino a una pensione sostenibile. Lavoro, previdenza, assetto legislativo, tassazione su modelli europei, autonomia, welfare allargato sono i 6 capitoli del manifesto, ognuno strettamente correlato con l’altro.
Le Casse “possono mettere in campo investimenti indirizzati allo sviluppo del lavoro e alla crescita del Paese, garantendo gli interessi dei propri iscritti e al contempo invertendo la rotta che oggi rischia di portare alla deriva il patrimonio culturale e professionale dei lavoratori autonomi italiani” dice Camporese, ma “va affrontato il problema dell’adeguatezza delle prestazioni, guardando ai cicli economici, alle aspettative di vita”.
Irrinunciabile per i professionisti è il tema dell’autonomia, in un contesto che cambia il lavoro e fa crescere nuovi bisogni di welfare. Questo senza limitare la vigilanza di soggetti istituzionali. Poi il nodo tasse: “La previdenza privata italiana resta di gran lunga la più tassata d’Europa e il pagamento di centinaia di milioni di euro ogni anno allo Stato pone i professionisti italiani in una ingiusta condizione di sfavore rispetto ai loro colleghi europei. Lo Stato non sia miope, una revisione fiscale può essere positiva per le casse pubbliche nel lungo periodo”. (Ansa)